E’ stata la mano di Dio – Napule è

Il nostro parere

E’ stata la mano di Dio (2021) ITA di Paolo Sorrentino

Negli anni ’80 a Napoli, un ragazzo ha l’occasione di vivere uno dei sogni più grandi degli amanti del calcio, quando giunge nella sua città il goleador Diego Maradona, ma a questa grande gioia si accompagnerà una tragedia inaspettata.

Sorrentino sorprende cambiando totalmente registro rispetto al suo cinema. A parte l’inizio sfolgorante e alcuni inserti onirici, il regista napoletano abbandona i vezzi e le altezze poetiche che lo hanno fatto amare alla follia e allo stesso modo odiare per dedicarsi ad un racconto di formazione profondamente doloroso e autobiografico.

Partendo dalla sua vita e dal terribile lutto che lo ha colpito, usa questo dolore per una narrazione ironica e dolente. In questa ricostruzione del passato ecco tutti i miti del Sorrentino giovane che vengono omaggiati: Maradona ovviamente, Pino Daniele e la sua musica finale, Fellini di cui si avverte la voce, il suo mentore Antonio Capuano che lo ha accompagnato nella primissima parte della sua carriera.

La rappresentazione della sua famiglia è quasi un omaggio alla commedia all’italiana eppure i personaggi dei genitori sono vividi e intensi come il suo ricordo. Splendido è quello della madre, resa magnificamente da Teresa Saponangelo che quasi surclassa Servillo che rinuncia al suo ego per essere realistico e complesso. Nella loro unione e nel rapporto con Fabietto si possono trovare attimi di poesia e di commozione.

La seconda parte è quella più forte, programmatica in cui Fabietto/Paolo cerca di superare il dolore e vedere il futuro e nei suoi diversi incontri riesce finalmente ad elaborare il lutto e a far diventare quel dolore la spinta per le scelte. Qua unisce i barocchismi al racconto creando immagini ed emozioni. La sincerità dei dialoghi esprime un senso di libertà che il regista ha trovato nello svelarsi smentendo i luoghi comuni su di sè e trovando una via artistica che promette ulteriori gioie per chi, come il sottoscritto, lo considera il più importante regista italiano di questo secolo.

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