Capone – Ingloriosa fine

Il nostro parere

Capone (2020) USA di Josh Trank

Gli ultimi giorni del famigerato criminale Al Capone che, ormai vecchio e in vittima della demenza senile, rivive il proprio passato attraverso ricordi violenti, confusi e tormentati.

Il flusso di pensiero di un uomo sconvolto dalla malattia che perde ogni contatto con la realtà: questa era l’idea di partenza. Progetto fin troppo ambizioso si perde nei manierismi di Hardy che non riesce a trovare la chiave di volta del personaggio, anche per via del taglio involontariamente grottesco che la trama assume poco alla volta.

La confusione della mente diviene la confusione del film che passeggia tra l’onirico e il reale senza una bussola. Esagera utilizzando le allucinazioni per ripercorrere la vita del protagonista ma in modo eccessivo e forzato. La decadenza del boss e la fine del potere potevano essere rappresentate senza inutili propaggini che non aggiungono nulla alla trama.

Tom Hardy continua nelle sue scelte sbagliate, dopo l’infelice parentesi di Venom. Sembra affannato alla ricerca di personaggi estremi mentre la sua grandezza è nella normalità (si pensi alla prova maiuscola di Locke) più che nei ruoli che lo hanno reso maggiormente famoso.

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