Bullet train – Alta velocità

Il nostro parere

Bullet train (2022) USA di David Leitch


Cinque assassini sono in viaggio in treno da Tokyo a Morioka con poche fermate intermedie. Scoprono che le loro missioni non sono del tutto scollegate tra loro. Quello che per “LadyBug” dovrebbe essere un lavoretto semplice e veloce, il ritiro di una valigetta, si trasformerà in un letale gioco ad incastri.


Il “Ladybug” di Brad Pitt è l’antieroe per eccellenza poiché non si può ceto dire che un assassino che si rifiuta di portare una pistola e parla in luoghi comuni ricordati per metà dalle sue sessioni di terapia sia lo stereotipo del genere. Il personaggio ricorda gli anni ’90 per via del suo abbigliamento decisamente vintage che dà un tono comico mentre i morti si accumulano nel treno in corsa senza soluzioni di continuità.

Bullet train è così, delirante fino all’evasione in cui primeggia un Pitt d’annata, ironico e anacronistico nella sua agilità apparentemente innocua. Ci sono sequenze di combattimento ben coreografate che si svolgono nelle carrozze dove lo spazio è illuminato da sontuose tonalità di colore si alternano seguendo l’evolversi dei personaggi.

I riferimenti intertestuali abbondano e ci sono discussioni filosofiche sul Trenino Thomas (cult dell’animazione televisiva) che diventano ripetitive per quanto simpatiche ed originale. Forse però è questo il vero contributo originale perché il film ha poco da dire sulle cose a cui fa riferimento, e quindi il risultato è un pastiche di livello superficiale riconfezionato con una colonna sonora iper-pop. Che si rivolga al pubblico online è chiaro: tenendo d’occhio la propria viralità, passa dal montaggio a colpo di frusta al rallentatore in scene che possono essere incollate direttamente sui social media.

È intelligente la decisione di tenere tutti confinati nelle carrozze ferroviarie per i primi due terzi del film. Ma nel suo atto finale il registacambia modalità, a scapito del film, con scene caotiche e scarsa CGI. È un peccato che i cineasti non si siano fidati delle tensioni spaziali e drammatiche fornite dal viaggio in treno, e abbiano optato invece per un divertissement sul genere che diventa ultraviolento e scarsamente coerente.

Poco importa perché Leitch centra in pieno l’obiettivo di divertire. Il film raramente stanca, pur nei suoi difetti, ed è anzi talmente eccessivo da diventare paradossale e divertente in quanto potentemente Kitch.

 

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