Attori morti nel 2015

Patrick Macnee (1922-2015) Viveva da 40 anni in California Usa ed era diventato americano ma era la quintessenza della britannicità. L’attore è passato alla storia come l’interprete dell’agente segreto John Steed nella serie anni ’60 «The Avengers, in Italia Agente speciale. Era lo 007 Made in UK, ancor più dello stesso James Bond: indossava sempre la bombetta ed aveva con sè sempre un ombrello: scazzottava e seduceva sempre con il sorriso sulle labbra, con una sobrietà degna dello studente di Eton che era stato.

Alex Rocco (1936-2015) attore di origine italiana famoso per il ruolo del gangster e proprietario di casinò Moe Greene ne Il padrino, è morto per un cancro. Veterano di cinema e TV, Rocco nasce Alexander Federico Petricone Jr. cresce a Boston con l’idea di diventare un gangster. Nei primi anni ’60, per fortuna, tira una monetina per decidere se trasferirsi a Los Angeles o Miami, ed esce la prima. Per un po’ prende lezioni di recitazione dal concittadino Leonard Nimoy, finché non debutta al cinema in Motorpsycho di Russ Meyer. Ottiene poi il ruolo di uno degli scagnozzi del cattivo principale nel famoso doppio episodio di Batman in cui l’eroe e Robin si incontrano con Green Hornet e Kato (Bruce Lee). Tra gli altri ruoli lo ricordiamo ne Il massacro del giorno di San Valentino di Roger Corman, Music Graffiti di Tom Hanks, Get Shorty. Nel corso della carriera ha inoltre interpretato svariati ruoli in serie culto come Missione impossibile, Kojak, Starsky & Hutch, Sulle strade della California, Chips, Love Boat e T.J. Hooker.

Dick Van Patten (1928-2015) Conosciuto soprattutto per il ruolo di papà Tom in uno dei più amati telefilm degli anni Settanta, “La famiglia Bradford”. L’attore si è spento ai Santa Monica per delle complicazioni legate al diabete. Durante la sua lunga carriera, cominciata a Broadway da bambino, è apparso in numerosi telefilm di grande successo, come “Happy Days”, “Love Boat”, “The New Dick Van Dyke Show”, “L’uomo da sei milioni di dollari”, “Barnaby Jones” e, di recente, “Arrested Development”, “That ’70s Show” e “Hot in Cleveland”. Nato a Kew Gardens, New York, da madre di origini italiane e padre di origini anglo-olandesi era il fratello maggiore dell’attrice Joyce Van Patten e del regista Tim.

Dean Jones (1931-2015) Nato a Los Angeles, dopo l’esperienza nella Marina Militare nella Seconda Guerra Mondiale e nella Guerra di Corea, iniziò a lavorare al Bird Cage Theater, in California. La sua carriera cinematografica prese il volo con il ruolo dell’agente dell’F.B.I. Zeke Kelso in F.B.I. – Operazione gatto (1965). L’attore, però, aveva già recitato a fianco di Elvis Presley e Jane Fonda. Tra i suoi film di successo anche Il fantasma del pirata Barbanera, Un papero da un milione di dollari e Pistaaa….arriva il gatto delle nevi, e girati tra la metà degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta. Era da tempo malato di Parkinson. Aveva interpretato una trentina di film, ma il pubblico l’ha sempre identificato con Jim Douglas, il pilota del “Maggiolino” Volkswagen, chiamato “Herbie”, portato sul grande schermo dalla Disney nell’omonima serie cinematografica.

Jacques Sernas (1925-2015) Debutta nel film Maschera di sangue (1947) di Raymond Lamy, al fianco del grande Jean Gabin e, pochi mesi più tardi, interpreta il suo primo ruolo da protagonista in Gioventù perduta (1947) di Pietro Germi, ottenendo un importante riconoscimento, il Nastro d’Argento. Negli anni cinquanta è particolarmente attivo in Italia, imponendosi come uno dei maggiori interpreti di film peplum e, genericamente, di avventura o in costume. Fra i suoi principali film figurano Cuori sul mare (1950), Gli angeli del quartiere (1952), Terra straniera (1954), Elena di Troia (1956), nel ruolo di Paride, Pia de’ Tolomei (1958), Vite perdute (1958), Salambò (1959), La prima notte (1959), Un amore a Roma (1960), Romolo e Remo (1961), Maciste contro il vampiro (1961), Il figlio di Spartacus (1962), Per pochi dollari ancora (1966), American secret service: cronache di ieri e di oggi (1968), La pelle (1981), L’avaro (1989).

Robert Loggia (1930-2015) Dopo aver studiato giornalismo all’Università del Missouri e aver prestato servizio militare nell’United States Army, Loggia cominciò una lunga carriera come attore televisivo e cinematografico. Ha recitato in numerose serie televisive, come Alfred Hitchcock Presenta, Colombo, Malcolm, Magnum, P.I., I Soprano, Starsky & Hutch, Charlie’s Angels, nonché in film come Porgi l’altra guancia (1974), Ufficiale e gentiluomo (1982), Scarface (1983), Over the Top (1987), L’onore dei Prizzi (1985) e Independence Day (1996). È stato nominato all’Oscar nel 1985 per la sua interpretazione in Doppio taglio.

Leonard Nimoy (1931-2015) Figlio di immigranti ebrei di lingua Yiddish, cominciò a recitare all’età di 8 anni. Nimoy trascorse gran parte degli inizi della carriera recitando piccoli ruoli in film di serie B, serie televisive come Dragnet. Il ruolo più famoso ricoperto da Nimoy è quello del signor Spock, un vulcaniano, nella prima serie televisiva di Star Trek, che fu messa in onda dal 1966 al 1969. La sua recitazione gli valse tre candidature al premio Emmy. Nimoy continuò a interpretare il suo personaggio più famoso, Spock, doppiandolo nella serie animata di Star Trek e interpretandolo in due episodi della serie Star Trek: The Next Generation e in sei film di Star Trek con il cast originale della serie televisiva; ha infine recitato uno Spock anziano in Star Trek: Il futuro ha inizio (2009) e Into Darkness – Star Trek (2013) diretti entrambi da J. J. Abrams. Prima del suo successo, aveva recitato in più di cinquanta film o spettacoli televisivi. In seguito alla cancellazione della serie originale di Star Trek, si unì al cast della serie Missione impossibile, che stava cercando un rimpiazzo per Martin Landau. A Nimoy fu assegnato il ruolo di un agente dell’IMF con un passato da prestigiatore ed esperto di make-up, l'”Incredibile Paris”; ricoprì questo ruolo dal 1969 al 1971. Nimoy ha recitato nel film western Catlow (1971). Inoltre, apparve in vari film TV di questo periodo, ricevette una candidatura al Premio Emmy come miglior attore non protagonista per il film TV Una donna di nome Golda (1982). Nel marzo 2010 ha annunciato il ritiro dalle scene dopo aver finito di girare l’ultimo episodio della seconda stagione di Fringe. Poiché nella terza stagione si è reso necessario far tornare in scena il suo personaggio, William Bell, gli sceneggiatori hanno utilizzato un suo alter-ego sotto forma di cartone animato. Successivamente si è concesso alcuni camei vocali in Transformers 3 e nella serie The Big Bang Theory.

Rod Taylor (1930-2015) Decise di diventare un attore dopo aver visto recitare Laurence Olivier in un tour di produzione in Australia. Dopo un’iniziale esperienza di teatro e di cinema in patria, alla metà degli anni cinquanta raggiunse Hollywood ed ebbe il suo primo ruolo di un certo rilievo nel film storico Il favorito della grande regina (1955), al fianco di Bette Davis, cui seguirono altre partecipazioni di successo in film quali Il gigante (1956), L’albero della vita (1957) e L’uomo che visse nel futuro (1960), che lo consacrò definitivamente alla fama grazie al ruolo dell’inventore George Wells, che compie una serie di viaggi nel tempo su una speciale macchina di propria ideazione. Dopo aver interpretato la serie televisiva Hong Kong (1960-1961), prodotta dalla ABC, ottenne il suo ruolo più memorabile nel thriller Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock.

Roger Hanin (1925-2015) È diventato popolare per la serie televisiva in cui impersonava il “commissario Navarro”. L’annuncio della morte in un ospedale di Parigi per insufficienza respiratoria è stato dato dall’entourage dell’attore, popolarissimo in Francia. Era, fra l’altro, cognato del defunto presidente della Repubblica, Francois Mitterrand. Il vero cognome dell’attore era Levy, era nato ad Algeri in una modesta famiglia. Prese come cognome d’arte quello della madre, Victorine Hanin. Prima della serie del commissario Navarro, esportata anche in Italia e per 20 anni al top degli ascolti su TF1, recitò con registi famosi, anche in Italia. Fra i film ai quali ha partecipato in carriera, “Rocco e i suoi fratelli”, di Luchino Visconti e “La marcia su Roma”, di Dino Risi.

Nigel Terry (1945-2015) Finiti gli studi ordinari, approda alla Royal Shakespeare Company, divenendo un intenso interprete teatrale. Al cinema debutta nel 1968 in “Il leone d’inverno”, a fianco di Peter O’Toole, Katharine Hepburn e Anthony Hopkins. Per ricomparire 13 anni dopo nell’eccentrico, ambizioso Excalibur (1981) di John Boorman, nel ruolo di Re Artù, con una interpretazione intensa e commovente che gli diede popolarità. Da citare anche la partecipazione ai film: Cristoforo Colombo: la scoperta (1992), con Marlon Brando, e Troy (2004), con Brad Pitt. Attivissimo anche per la televisione: è stato il protagonista della serie medievale Covington Cross, trasmessa nel 1992; è apparso in Casualty, e in un episodio del Doctor Who. Dalla metà degli anni 80, è sensibile interprete del cinema personale e artistico di Derek Jarman, cui è spiritualmente affine. Con il regista inglese (scomparso nel 1993) girerà 5 film: dopo la straordinaria performance in “Caravaggio” (1986), nel ruolo del tormentato pittore, seguono i poetici e disperati: “The Last of England” (1988); “War Requiem” (ultima interpretazione di Laurence Olivier, 1989), in cui Terry è voce fuori campo; “Edoardo II” (1991), libero adattamento del testo di Christopher Marlowe, in cui è particolarmente efficace nel cupo ruolo di Mortimer, e Blue (1993), dove è ancora ipnotico narratore.

Louis Jourdan (1925-2015) Nel 1939 fu scoperto dal regista Marc Allégret, che lo fece debuttare sul grande schermo nel film Le Corsaire, cui seguirono altri ruoli di personaggi arditi, affascinanti e raffinati, come il poeta Rodolfo, innamorato di un’operaia che fabbrica fiori artificiali nel film La bohème (1945) di Marcel L’Herbier. Durante l’occupazione tedesca in Francia nel periodo della Seconda guerra mondiale, lavorò per il cinema in commedie romantiche e drammi ma, dopo aver rifiutato di prender parte a film di propaganda nazista, entrò nella Resistenza francese. Nel 1947 Jourdan fu invitato a Hollywood dal produttore David O. Selznick, alla ricerca di nuovi potenziali divi, e venne scritturato da Alfred Hitchcock per Il caso Paradine (1947), film con Gregory Peck e Alida Valli, in cui interpretò il ruolo del tenebroso Andre Latour, il cameriere ex amante della protagonista. Il pubblico americano, in particolare quello femminile, rimase affascinato dagli occhi scuri e dal vellutato accento francese dell’attore, che subito dopo recitò con altrettanto successo il dramma in costume Lettera da una sconosciuta (1948) di Max Ophuls, accanto a Joan Fontaine, interpretando il pianista che, la notte prima di un duello, legge per la prima volta la lettera della donna che lo amato per tutta la vita, e che lui aveva invece dimenticato, accettando così di andare coraggiosamente incontro alla morte. Dopo numerosi altri film di produzione americana, tra cui va ricordato Tre soldi nella fontana (1954) di Jean Negulesco, approdò a Broadway. Nel 1958 apparve nuovamente sul grande schermo accanto a Leslie Caron e Maurice Chevalier nel cast di Gigi (1958), musical tratto dalla novella di Colette e vincitore di ben 9 Oscar. La pellicola fu un grande successo ma non bastò a rilanciare la sua carriera cinematografica. Negli ultimi anni della sua carriera apparve nuovamente sul piccolo schermo. Nel 1983 recitò il ruolo di Kamal Khan, antagonista di James Bond nel film Octopussy – Operazione piovra (1983).

Christopher Lee (1922-2015) Il lignaggio di Christopher ha un tracciato lunghissimo, il cui inizio parte addirittura da Carlo Magno. Durante la Seconda guerra mondiale servì la Royal Air Force e il servizio di spionaggio inglese. Pur essendo stato addestrato in Sud Africa come pilota, a causa di un problema alla vista fu assegnato a uno squadrone della RAF come ufficiale cifratore in Nord Africa e in Italia. Nel 1946, dopo aver discusso con l’ambasciatore italiano Nicolò Carandini, cugino della madre, Lee ottenne un contratto di sette anni con la Rank Organization. Christopher Lee debuttò nel 1948 nel film Il mistero degli specchi di Terence Young. Nel 1948, Lee fece una apparizione non accreditata nel film Amleto di Sir Laurence Olivier. Durante il decennio successivo, fece quasi trenta film, impersonando quasi del tutto personaggi d’azione. La sua prima performance per la casa di produzione Hammer fu nel ruolo della “Creatura” in La maschera di Frankenstein, girato nel 1956 con il suo amico Peter Cushing. Quello condusse alla sua prima comparsa in qualità del malvagio Transilvano succhiatore di sangue nel film del 1958 Dracula il vampiro (Noto come Horror of Dracula negli USA). Successivamente, Christopher Lee ha interpretato il personaggio del Conte Dracula in altre undici occasioni (tra cui spiccano i sette film della serie della Hammer). Negli anni più recenti ha interpretato due ruoli molto importanti in altrettanto importanti produzioni: lo stregone Saruman il Bianco nelle trilogie de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit e il conte Dooku nella trilogia Prequel di Guerre stellari. Tra cinema e televisione vanta ben 278 apparizioni.

Omar Sharif (1932-2015) Figlio di due immigrati libanesi originari e di religione cattolica greco-melchita. Si diplomò presso il Victoria College di Alessandria, quindi conseguì la laurea in matematica e fisica all’università del Cairo. In seguito, lavorò con suo padre nel commercio del legname. Nel 1953 cominciò la sua carriera di attore, con un ruolo nel film egiziano Ṣirāʿ fī l-wādī (titolo inglese: The Blazing Sun, lett: Lotta sul fiume), il cui giovane regista era Yusuf Shahin. Il suo primo film in inglese fu Lawrence d’Arabia del 1962. La sua interpretazione dello Sharif ʿAlī, gli valse una candidatura agli Oscar come miglior attore non protagonista. Tre anni dopo interpretò il dottor Yuri Živago nell’omonimo film di David Lean, con un’interpretazione che gli fruttò il Golden Globe 1966 nella categoria miglior attore in un film drammatico. Tra i suoi tanti film, nel 2003 ha interpretato il protagonista di Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, vincendo il premio del pubblico per il miglior attore alla 60ª Mostra del Cinema di Venezia – accompagnata quell’anno dal Leone d’Oro alla carriera – e, nell’edizione 2004, il Premio César per il migliore attore. Nel 2005 partecipò alla fiction San Pietro di Giulio Base, in cui interpretò il ruolo principale. Omar Sharif parlava correntemente arabo, francese, inglese e italiano, lingue nelle quali ha anche recitato e girato dei film, oltre a greco e turco.

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