A casa nostra – Politica ai giorni nostri

Il nostro parere

A casa nostra (2017) FRA di Lucas Belvaux

Pauline, un’infermiera amata da tutti, si avvicina a un partito di estrema destra e inizia una storia d’amore con un attivista di nome Stanko, attraverso cui scopre il lato più torbido e inquietante della politica.

Film esemplare nella descrizione della deriva di destra che sta attraversando l’Europa e, in particolare, la Francia. Il riferimento al Front National di Le Pen è talmente chiaro da non necessitare di spiegazioni. Tuttavia molte parti si adattano alla realtà che viviamo anche in Italia. Il malcontento per lo straniero, il diverso è affrontato senza dubbi e senza remore. Il popolo non è bue e non è sciocco, ma viene mostrato alla deriva, senza riferimenti. Non a caso sembrano non esistere gli altri partiti politici, lontani dalla quotidianità, dalle difficoltà giornaliere, ma confinati in televisione.

L’aspetto più evidente è l’emergere di una rabbia inconsulta che si scatena verso il potere, ma si riversa sui più deboli. Belvaux non sceglie una posizione manichea poichè mostra le difficoltà culturali delle donne islamiche, la situazione di sottosviluppo delle periferie, trasformate talvolta in suk. Tuttavia, il suo punto di vista è netto, il suo desiderio di svelare la radici estremiste e neofasciste della nuova destra è smaccato fino a far diventare l’intreccio una scelta programmatica di casi esemplari. Troppo esemplari forse.

Se l’opera mantiene salda la tensione narrativa, i personaggi diventano esemplari ma unidimensionali, senza un reale spessore. La missione moralizzatrice del film indirizza gli eventi verso un finale scontato e inevitabile.

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