10 attori italiani morti nel 2018

10. Novello Novelli (1930-2018) Dopo un’occupazione come geometra, si dedicò allo spettacolo in qualità di impresario dei fratelli Mario e Pippo Santonastaso, coi quali girò tutta Italia. Debuttò come attore cinematografico negli anni ottanta dopo una lunga presenza all’interno del Teatro Metastasio, lavorando con i corregionali Alessandro Benvenuti, Francesco Nuti, Athina Cenci, Ornella Muti, Leonardo Pieraccioni, Massimo Ceccherini e Alessandro Paci.

9. Sergio Graziani (1930-2018) Dopo aver conseguito il diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, esordisce in teatro con Il potere e la gloria di Graham Greene, per la regia di Luigi Squarzina. A partire dagli anni cinquanta si dedica al doppiaggio, facendosi conoscere soprattutto in qualità di voce principale di Donald Sutherland e Peter O’Toole. Oltre a numerose apparizioni televisive, si ricordano le sue partecipazioni a film di Bellocchio (Il sogno della farfalla), Magni (Signore e signori buonanotte) e Verdone (Ma che colpa abbiamo noi).

8. Venantino Venantini (1930-2018) Attore atletico e prestante, ha esordit negli anni ’50 da comparsa in Un giorno in pretura di Steno, seguita da comparsate nei colossal storici, tra cui Ben-Hur. Dopo avere rifiutato un ruolo in Un maledetto imbroglio di Pietro Germi, ha la sua prima grande occasione nel 1961, quando il suo nome compare nei titoli di testa di Odissea nuda, girato da Franco Rossi a Tahiti: rimane per un anno in Polinesia, dove conosce i registi francesi Henri-Georges Clouzot e André Cayatte e l’attore americano Marlon Brando. Tornato successivamente in Europa, interpreta oltre 150 film – impersonando, soprattutto in Francia, ruoli da vilain – tra cui Emanuelle nera, Luca il contrabbandiere, Apocalypse domani e Paura nella città dei morti viventi, diretto da registi quali Lucio Fulci, Antonio Margheriti, Carlo Ludovico Bragaglia, Claude Lelouch, Ettore Scola, Luciano Salce, Édouard Molinaro e Umberto Lenzi. Nel 1999, ha vinto il Nastro d’argento per il migliore attore non protagonista assieme agli altri attori nel cast de La cena di Ettore Scola.

7. Quinto Parmeggiani (1926-2018) Come attore teatrale, ha lavorato con Giorgio Strehler nella compagnia del Piccolo Teatro di Milano, recitando in Processo a Gesù, da Diego Fabbri (stagione 1954-55), e ne I Giacobini, di Federico Zardi (stagione 1956-57), trasposto nel 1962 nell’omonimo sceneggiato televisivo. Per la televisione ha interpretato la figura di Caderousse nello sceneggiato del 1966 Il conte di Montecristo. Al cinema ha lavorato con Germi (Signore e signori), Kramer (Il segreto di Santa Vittoria) Luchetti (Domani accadrà), oltre che con Bolognini, Vicario, Festa Campanile, Fulci e Patroni Griffi.

6. Pier Paolo Capponi (1938-2018) Come attore cinematografico esordisce a 27anni con una piccola parte in Un uomo a metà (1965) di Vittorio De Seta, affiancando il protagonista Jacques Perrin. Dopo il film dei fratelli Taviani I sovversivi (1967), diviene famoso nel 1969 grazie al film I ragazzi del massacro di Fernando Di Leo. Nel 1971 Dario Argento lo dirige nel thriller Il gatto a nove code, mentre l’anno successivo recita nel giallo psicologico di Umberto Lenzi Sette orchidee macchiate di rosso e nel drammatico Valeria dentro e fuori di Brunello Rondi. Nel 1977 recita nel biografico Antonio Gramsci – I giorni del carcere di Lino Del Fra e, l’anno dopo, torna nuovamente sotto la regia di Fernando Di Leo nel film Diamanti sporchi di sangue, una sorta di remake di Milano calibro 9.Tra le sue ultime apparizioni al cinema sono da ricordare La posta in gioco di Sergio Nasca e I banchieri di Dio di Giuseppe Ferrara. Negli anni ’70 approda anche alla televisione, passando dalla recitazione in sceneggiati all’apparizione in famose fiction come Io e il Duce (1985) e La piovra 6 – L’ultimo segreto (1992).

5. Paolo Ferrari (1929-2018) Nato a Bruxelles, figlio del console italiano in Congo belga, esordisce all’età di 9 anni alla radio EIAR. Nel 1938 avviene anche il suo esordio cinematografico nel film Ettore Fieramosca di Alessandro Blasetti, col nome di “Tao” Ferrari. È l’inizio di una carriera di attore bambino, che lo porta nei primi anni quaranta a interpretare altri quattro film, con cast importanti. Nel dopoguerra Ferrari riprende l’attività da giovane attore nel cinema, alla radio (Rosso e nero n° 2, 1955, insieme con Nino Manfredi e Gianni Bonagura) e quindi alla televisione, iniziando a collaborare come doppiatore presso la ODI di Roma nel prestare la propria voce a David Niven in Scala al paradiso, Franco Citti in Accattone di Pier Paolo Pasolini e Jean-Louis Trintignant nel Il sorpasso di Dino Risi. Nel 1959, dopo aver preso parte con Vittorio Gassman e Marina Bonfigli (che aveva sposato tre anni prima) al programma televisivo RAI Il Mattatore, ha condotto la trasmissione Giallo club. Invito al poliziesco. Attore di formazione teatrale, negli anni settanta ha partecipato a numerosi sceneggiati televisivi, fra cui Nero Wolfe e Accadde a Lisbona, rispettivamente al fianco di Tino Buazzelli e Paolo Stoppa. Ha lavorato in film di Gallone, Tofano, Mattoli, Steno, Zeffirelli, Mastrocinque, Petri, Festa Campanile, Pinoteau.

4. Salvatore Cantalupo (1959-2018) Negli anni ’80 si avvicina al teatro grazie ad Antonio Neiwiller, che lo coinvolge nel dramma Titanic. The End tratto da Hans Magnus Enzensberger. Con i Teatri Uniti di Napoli collabora a numerosi allestimenti, come Le false confidenze di Marivaux e Il lavoro rende liberi di Vitaliano Trevisan. Debutta al cinema nel 1998 in Teatro di guerra di Mario Martone. In seguito interpreta numerosi ruoli in film e fiction, di cui le figure più note al grande pubblico sono quelle di Pasquale il sarto, protagonista di un episodio del film Gomorra di Matteo Garrone, e del candidato sindaco onesto che si contrappone a Cetto La Qualunque in Qualunquemente. Recita anche in Noi credevamo, Fortapasc, Il giovane favoloso, Perez e La tenerezza. Nel corso del suo percorso artistico cura la regia di spettacoli teatrali e conduce laboratori per giovani attori. Durante uno di questi , in Sardegna, scompare a 59 anni per una malattia fulminante.


3. Luigi De Filippo (1930-2018) Nel 1951, a 21 anni, debutta nella compagnia paterna: pur apparendo negli anni cinquanta e sessanta in qualche film della commedia all’italiana, è infatti il teatro il suo grande amore. Nel 1978 lascia la compagnia paterna per fondarne una propria, con la quale, oltre alle commedie di famiglia e alle sue, recita anche Gogol’, Molière, Pirandello e altri, facendo svariate tournée in Francia, Germania e Svizzera. In televisione è stato interprete degli sceneggiati RAI Storie della camorra (1978) e La piovra 3 (1987).

2. Carlo Giuffrè (1928-2018) Nato a Napoli nel 1928, fratello minore di Aldo, consegue il diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica iniziando a lavorare con il fratello in teatro nel 1947. Due anni dopo la coppia debutta con Eduardo De Filippo. Nel 1963 entra nella Compagnia dei Giovani lavorando con Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Romolo Valli e Elsa Albani. Numerose le sue interpretazioni cinematografiche e nelle fiction televisive. Fra queste ultime ricordiamo Tom Jones (1960) e I Giacobini (1962), diretto da Edmo Fenoglio. È uno dei volti più caratteristici dell’ultima fase dalla Commedia all’italiana, regalando al genere personaggi come il Vincenzo Maccaluso di La ragazza con la pistola (1968), il Silver Boy di Basta guardarla (1971), il marito cornuto di La signora è stata violentata! (1973) o l’instancabile amante di La signora gioca bene a scopa? (1974). Ha lavorato, tra gli altri, con Rossellini, Camerini, Germi, Risi, Bragaglia, Matarazzo, Christian-Jacque, Steno, Fondato, Corbucci, Monicelli, Salce, Cavani, Vanzina. Il suo ultimo grande ruolo è stato Geppetto nel Pinocchio di Benigni.

1   Ennio Fantastichini (1955-2018) Fratello minore del pittore e scultore Piero Fantastichini, nel 1975 a Roma per studiare recitazione all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Nel 1982 esordisce sul grande schermo con il film Fuori dal giorno di Paolo Bologna. Ottiene una piccola parte anche ne I soliti ignoti vent’anni dopo (1985) di Amanzio Todini, al fianco di Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni. Dopo aver interpretato Enrico Fermi ne I ragazzi di via Panisperna (1988) di Gianni Amelio, è ancora sotto la regia di quest’ultimo che ottiene il suo più grande successo con Porte aperte (1990) di Gianni Amelio, grazie al quale riceve vari premi: Ciak d’oro 1991, Nastro d’argento (miglior attore non protagonista), European Film Awards (scoperta dell’anno) e il Premio Felix 1991. Attore sanguigno ed incisivo, ottiene grande successo la sua interpretazione del romano prepotente con Sabrina Ferilli nel film Ferie d’agosto (1996) di Paolo Virzì, grazie al quale ottiene una nomina per il David di Donatello di quell’anno. Dopo aver recitato in Saturno contro (2007) di Ferzan Özpetek, tre anni dopo è nuovamente da lui diretto in Mine vaganti, per il quale vince il David di Donatello come miglior attore non protagonista. Oltre ad aver interpretato numerosi film, Fantastichini recita con successo in fiction quali La piovra 7 – Indagine sulla morte del commissario Cattani (1997), Sacco e Vanzetti (2005), dove interpreta l’anarchico Bartolomeo Vanzetti. Muore la sera del 1º dicembre 2018 all’età di 63 anni per una grave emorragia cerebrale.

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