Un racconto di Canterbury (1944) UK di Michael Powell, Emeric Pressburger
La coppia Powell-Pressburger è essenziale per la storia del cinema, anche se non conosciutissima tra i non addetti ai lavori, poiché ha partorito opere come Scarpette rosse e Narciso Nero. Questo è un film cosiddetto minore per una trama molto tenue che lascia spazio al respiro della pace che avanza. Girato proprio alla fine della guerra, i personaggi non sono solo colpiti dal conflitto, ma anche sollevati dall’imminenza della sua fine, nonostante i segni esteriori ed interiori siano ben visibili.
E’ un film bellico, ma anche un film sulla ricostruzione. I soldati devono ancora partire per il fronte, ma si avverte che il sacrificio che stanno per compiere porterà all’affermazione della giustizia. Perciò, anche se ingenuo, è un film con momenti intesi e felici.
La copia trasmessa dalla Rai risente della cattiva qualità della trasposizione su nastro che ha rovinato l’immagine e, soprattutto, di un doppiaggio di così scadente livello che rischia di rovinare totalmente il piacere del film. Se non si ascolta, però, il suono fastidioso delle voci e l’evidente falsità dei suoni e ci si lascia trasportare dalle immagini si troveranno piani ed inquadrature splendide che ricordano altre opere. L’appannamento dell’immagine somiglia a quello che colpisce la protagonista di Scarpette rosse, le riprese del paese bombardato sono terribili e struggenti, i paesaggi agresti e le panoramiche sono di grande impatto. Da recuperare per un giudizio pieno su supporto nuovo e in lingua originale.