The water diviner. Niente di nuovo sul fronte australiano

Il nostro parere

The water diviner (2014) AUS di Russell Crowe

Esordio convenzionale per Crowe alla regia. La storia è piena di buoni intenti, a partire dal messaggio pacifista che accomuna tutti (islamici e cristiani) contro la guerra. La ricerca dei figli morti nel primo conflitto bellico porta il contadino Crowe nelle terre turche dove a Gallipoli l’esercito australiano ha subito ingentissime perdite. (Da ricordare che anche Peter Weir ha dedicato a questa battaglia un bel film nel 1981). La ricerca delle salme coincide con la caduta definitiva dell’impero ottomano, le guerre balcaniche e l’avvento di Mustafa Kemal al poterethe wat nel nuovo stato turco.

L’affresco epocale è decisamente parziale, manca ogni afflato storico, manca la capacità di sfuggire agli stereotipi e al desiderio di piacere obbligatoriamente al pubblico. Da qua una serie di scelte scontatissime nella sceneggiature come il bambino tanto buono da sembrare falso, la bellissima vedova che vuole sfuggire agli obblighi arcaici della società musulmana, il turco giusto che sa superare l’odio di tanti morti per il bene comune. Si tratta di una sfilza di banalità che ci si poteva tranquillamente risparmiare che coprono completamente la parte interessante (la ricerca dei corpi straziati come in La vita e nient’altro per esempio), rifugiandosi in paesaggi da cartolina. Il finale, poi, è troppo scontato.

La parte positiva è la grande professionalità tecnica, il ritmo accettabile e la narrazione sicura. La ricostruzione dello scontro armato è buona, così come la parte introduttiva. La mille e una notte portata dall’Australia all’Anatolia poteva, invece, restare a casa.

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