Sbatti il mostro in prima pagina – Parole attuali

Il nostro parere

Sbatti il mostro in prima pagina (1972) ITA di Marco Bellocchio

Nel 1972, alla vigilia delle elezioni e quando la sede de “Il Giornale” ha subito un’aggressione da parte di gruppuscoli di sinistra, una quindicenne viene trovata violentata e strozzata. Il redattore-capo Bizanti, sentito il finanziatore de “Il Giornale”, cerca di usare il caso per scopi politici.

Giallo politico diretto da Bellocchio dopo che il film era stato tolto a Sergio Donati, autore della sceneggiatura. L’opera risente dell’apparato ideologico dell’epoca ma ha ancora una sua forte attualità nell’interessante riflessione sulla costruzione di una notizia. Ora, certo, i giornali hanno un ruolo molto meno significativo rispetto all’epoca e la situazione sociale è molto modificata eppure alcuni aspetti sono ancora vivi.

Ad essere inquietante e moderno è soprattutto il personaggio di Bizanti, reso demoniaco e prismatico dal magnetico talento di GianMaria Volontè. L’attore, infatti, non si limita ad essere un borghese reazionario ma allunga ombre sulla sua personalità che conosce bene la verità la occulta deliberatamente, in disprezzo della sua classe sociale che odia profondamente, esattamente come l’ultrasinistra rappresentata nel film, tant’è che insulta la moglie per la sua mediocre intelligenza, ergendola a simbolo della mentalità conservatrice e bigotta.

Rileggendo l’opera successiva di Bellocchio si trovano più volte personaggi di questo tipo e questo ci permette di osservare come al regista di Bobbio, è rimasta intatta la capacità di osservazione. Per quanto questo film sfugga, infatti, al genere da lui perseguito, il regista evita accuratamente la deriva cronachistica, preferendo approfondire e riflettere sui meccanismi del potere e sulle motivazioni come ha fatto poi fino ad oggi, con l’ultimo lavoro su Tommaso Buscetta.

Da segnalare che Il giornale mostrato nel film non ha nulla a che vedere con quello di Montanelli, fondato due anni dopo. Eppure quanta similitudine con Il Giornale di oggi.

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