Ratataplan. Modello di comicità

Il nostro parere

Ratataplan (1979) ITA di Maurizio Nichetti

All’apparizione di Nichetti la critica rimase sbalordita. Come era stato possibile che fosse nato un Keaton italiano? Da dove era spuntato questo alieno capace di far sorridere senza dire una parola? La cosa è ancora più sorprendente se pensiamo alla tipica commedia italiana degli ultimi 20 anni, quasi completamente basata su parolacce, doppi sensi e storiacce ricche di volgarità.

Infatti, Nichetti non lavora da diversi anni, a dimostrazione che il nostro cinema, come accade nella scena iniziale del film, non ama chi rifugge dalla banalità, chi ricerca una via diversa per arrivare allo spettatore.

Comunque, l’opera è davvero notevole in alcuni momenti. Si nota la limitata disponibilità economica, l’ingenuità di fondo di diversi momenti, peccati assolutamente giovanili e veniali, ma la qualità espressa dalle “idee” è davvero elevata. I numi tutelari di Nichetti sono citati in ordine sparso (Bozzetto, Keaton su tutti) in un’affettuosa ricostruzione della storia del cinema secondo l’autore. Punto fortissimo è la storia del bicchiere d’acqua, momento irresistibile. Bellissimo anche il rimando all’Albero degli zoccoli attraverso l’uso degli attori del film, riportati sullo schermo in una forma parodica intelligente e originale.

La musica di Mariano ti entra nella mente e non ne esce più.

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