Quadrille. Il cinema teatrale di Sacha Guitry

Il nostro parere

Quadrille (1938) FRA di Sacha Guitry

Guitry, estroverso e notevole scrittore teatrale, ha avuto il picco della notorietà negli anni ’30. E’ stato adorato per la sua capacità di innovare il linguaggio e le sue opere, brillanti, mordenti e briosamente ironiche, stanno a dimostrare il talento e la versatilità. Guitry era un marpione come attore, magnetico nella sua nonchalance, ma era anche un acuto descrittore di animi, fustigatore di ipocrisie e menzogne sociali. Il suo talento minimo era la regia per cui i suoi film non spiccano certo per capacità visive, ma anzi tendono ad assimilarsi eccessivamente ai tempi teatrali.

Eppure il suo cinema, arguto ed affilato, è un tuffo nella contemporaneità per i dialoghi ficcanti, per la feroce dissacrazione dei costumi borghesi dell’epoca. Per questo motivo Quadrille è un vero e proprio viaggio nell’intelligenza narrativa di questo autore. Il suo cinema ha un linguaggio moderno, i suoi caratteri escono scolpiti sulla pietra eppure sanno anche lievitare per la loro “leggerezza”.

L’amore è un gioco (prima tematica) che prende in giro le conformistiche convenzioni sociali (seconda tematica). Da qua si parte per Quadrille, originale quadrangolare amoroso in cui spiccano lo stesso Guitry (oltre che regista e sceneggiatore, pure interprete protagonista), Gaby Morlay (eccentrica e spumeggiante, una folgorazione) e i due comprimari (invero più rigidi) Jacqueline Delubac e George Grey.  Philippe e Paulette stanno insieme da anni e proprio quando Philippe vuole sposare la sua compagna, lei prende una sbandata clamorosa per un attore americano. L’attore poi si sposta per lavoro lasciando Paulette davanti all’ex amante, deciso a troncare ogni rapporto. Philippe, aiutata da Claudette, trova la soluzione per salvare la faccia. Sposerà Paulette per poter vivere una relazione clandestina con Claudette, miglior amica della futura sposa. Quando tutto sembra deciso, torna l’attore americano e Paulette perde nuovamente la testa. A Philippe non resta che sposare Claudette e pazienza se non avrà un’amante.

 

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