My father Jack. Non bastano le belle immagini

Il nostro parere

My father Jack (2016) ITA di Tonino Zangardi

L’inizio è spiazzante. Dopo aver letto nei titoli di testa Francesco Pannofino ed aver assaporato una commedia alla Boris, ci troviamo in mezzo ad una sparatoria e ad un momento di alta tensione. Subito dopo, si vede un omicidio compiuto da un killer camorrista, amante dei neomelodici napoletani. Infine, si passa su una giovane coppia bella e ricca e da lì prende lo spunto la classica commedia degli equivoci dove il padre rintracciato dopo tanti anni, è una sorpresa a tutti gli effetti per l’avvocato Matteo.

Da lì è un precipitare. Ci si era illusi che Zangardi sapesse dare una scossa alla commedia, giocando sui generi, invece da uno spunto e da immagini belle e un po’ laccate non esce niente, tranne le belle intuizioni. Il regista già aveva prodotto il terribile L’esigenza di unirmi ogni volta con te. Qui non va meglio, perché dopo l’inizio brillante la sceneggiatura ha dei dialoghi vuoti e falsi, una regia piatta (meglio la fotografia), una recitazione sempre peggiore e asfittica. Il finale è liberatorio ma solo per lo spettatore che annaspava di fronte a tanta banalità.

Da salvare Antonino Iuorio e, un po’, Adolfo Margiotta. Agghiacciante la Gregoraci: manco fosse uno spot pubblicitario…

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