Mondocane (2021) ITA di Alessandro Celli
Taranto è una città fantasma in cui nessuno osa entrare. I più poveri sono rimasti a lottare per la sopravvivenza, mentre le bande si contendono il territorio. Due tredicenni orfani, cresciuti insieme, sognano di unirsi a una delle bande.
La Groenlandia di Matteo Rovere continua nel suo percorso di appropriazione dei generi con quest’opera distopica che immagina un’Italia divisa tra ricchi e poveri in un prossimo futuro di disperazione. Legato iconograficamente ad opere come Mad Max e Waterworld, il film esplora il genere con una certa intelligenza ma senza essere particolarmente convincente.
Non è un problema di fondi a disposizione ma, piuttosto, della recitazione piatta dei ragazzini protagonisti e del ritmo assente nella gestione dell’azione disposta dal regista. Celli cita con gusto ma non propone uno stile personale, una rilettura significativa del genere. Macchinoso e legnoso nei dialoghi Mondocane sembra incompleto e accennato.