Milarepa

Il nostro parere

Milarepa (1974) ITA di Liliana Cavani


Racconto ispirato a un testo classico della letteratura tibetana, Milarepa si muove avanti e indietro nel tempo tra la storia del personaggio del titolo, un mistico dell’XI secolo e un giovane occidentale le cui vicissitudini non sono molto diverse, entrambi divisi tra la ricerca di conoscenza e ricerca del potere.


Lo yogi tibetano Milarepa è uno dei principali insegnanti del buddismo. La sua autobiografia è qui girata parallelamente alla storia di un giovane dei nostri giorni, entrambi alla ricerca di risposte alle stesse domande. Hanno maestri di cui non riescono a cogliere appieno le decisioni, e ci sono donne i cui ruoli sono ambigui. Maestro e discepolo dipendono l’uno dall’altro, nella feroce ricerca della verità; contano solo la fede e l’onore. Cavani ha realizzato un ottimo film che nel corso degli anni mantiene parte del suo fascino soprattutto perché lo sfondo esistenziale del film è un documento straordinario di un’epoca. È una meditazione sul destino dell’uomo e anche un racconto delle vite parallele ma non tangenziali dell’uomo e della donna. Questo film può essere letto come un trattato filosofico visivo e un omaggio a Milarepa

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