La via lattea. Scontro tra ragione e religione.

Il nostro parere

La via lattea (1969) FRA

Luis Bunuel è stato uno dei più grandi della storia del cinema. Il regista, rifugiato politico dopo la guerra civile spagnola, ha operato prima in Messico e poi ha trovato le risorse produttive per sostenere le sue opere in Francia ed Europa.

La sua grandezza non sta nella tecnica cinematografica, né tantomeno nel ritmo delle sue pellicole. I suoi film sono grandissimi perché straordinario ero il suo “sguardo” cinematografico. Il contrasto tra scienza e religione viene espresso a parole dai diversi personaggi che si confrontano citando con precisione ermeneutica testi sacri e di teologia, ma la parola viene continuamente contraddetta dalle immagini e dagli avvenimenti che fanno da sfondo al dialogo.

I due protagonisti, vagabondi che si dirigono a Santiago de Compostela per racimolare un po’ di elemosina facile, incontrano una serie di personaggi (Gesù, il Papa, sacerdoti, eretici) che rappresentano un aspetto della religione. E Bunuel distrugge tutto questo con la forza delle immagini, surreali e potentissime, che svelano lo sguardo del regista.

Il linguaggio risente un po’ degli anni che sono passati, ma la magnifica intelligenza di Bunuel non passa, resta a rifulgere nel firmamento del cinema.

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