Il ragazzo invisibile. Tentativo di genere.

Il nostro parere

Il ragazzo invisibile (2014) ITA di Gabriele Salvatores
Abbandonati del tutto i toni nostalgici, Salvatores sta cercando di esplorare, con un certo coraggio bisogna dire, i diversi generi. E’ passato dalla fantascienza (Nirvana), dal giallo (Quo vadis baby?) attraversando alcune contaminazioni interessanti (Iononhopaura, Educazione siberiana, Amnesia, Happy family), per ritornare ora alla fantascienza.
L’idea è di avere un supereroe tutto italiano, un ragazzino con il potere di rendersi invisibile. Siamo nel terreno dei mutanti (tutto deriva da Chernobyl) e non manca nessuno dei topos tipici del genere: l’aiutante buono ma con un neo (è cieco), il nemico (mutante anch’esso, of course), un’organizzazione internazionale malvagia ed una genitrice adottiva ma buona nel profondo. Naturalmente ci sono anche i bulli che si riveleranno infelici da comprendere ma si convertiranno e la bella che fa gli occhi dolci e conquista.

Saccheggiati tutti gli stereotipi del genere, restava solo l’impari confronto con le ricchissime produzioni americane capaci di rendere credibile ciò che per sua natura non è, utilizzando la computer graphic e tutti i ritrovati ultimi e immaginifici. E qua, purtroppo, il film segna il passo rivelando lo scarso budget a disposizione. Inevitabilmente tutto si schiaccia su questo raffronto evidenziando la recitazione approssimativa di tutti i ragazzini e la sceneggiatura difettosa in più punti perché ridondante e meccanica nei dialoghi.

Peccato perché l’idea è buona e la regia non difetta affatto nel ritmo. C’è un po’ di rimpianto per quello che poteva essere e non è.

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