I 9 candidati all’Oscar 2013 come Miglior Film

Ecco la lista dei film che concorrono a vincere l’ambita statuetta del Miglior film del 2013.  Paolo Sorrentino, con La grande bellezza, ha concrete possibilità di aggiudicarsi il premio come miglior film di lingua straniera. La cerimonia degli ottantaseiesimi Academy Awards, si terrà a Los Angeles (al Dolby heatre) domenica 2 marzo 2014, condotta per la seconda volta da Ellen DeGeneres; sarà trasmessa in America da ABC e in Italia da Sky Cinema.

12 Anni Schiavo di Steve McQueen. Il talentuosissimo regista inglese punta deciso all’Oscar con questa pellicola aspra e ruvida. Il creatore di Hunger e Shame è davvero uno dei più interessanti artisti emersi recentemente nel mondo del cinema. Il libro da cui è tratto, è biografico e Solomon Northup è realmente esistito.

American Hustle di David O. Russell Questo regista è ormai un culto per gli Usa. Gli attori sgomitano per apparire nei suoi film, tant’è che le sue pellicole hanno portato benissimo ai suoi protagonisti, spessissimo premiati nei festival e negli Oscar, come accaduto lo scorso anno per Jennifer Lawrence ne Il lato positivo. Quest’anno la regola è stata rispettata con le candidature della stessa Lawrence, di Amy Adams e di Christian Bale (vincitore con un’altra pellicola di Russell, The fighter). Regista complessivamente sopravvalutato, però abile direttore di attori. Da una storia vera.

Captain Phillips – Attacco in mare aperto di Paul Greengrass. Ancora un regista inglese candidato, anche se con uno stile decisamente più realistico, talvolta adrenalico. Il film presenta la classica storia vera che tende a dimostrare come in situazioni eccezionali, la comprensione degli altri talvolta è possibile.

Dallas Buyers Club  di Jean Marc Vallèe. Questa volta parliamo di un canadese, ma anche in questa circostanza c’è, manco a dirlo, la storia vera. Si tratta di una vicenda estrema e particolarmente forte. McConaughey e Leto sono favoriti per gli Oscar, ma d’altro canto gli stessi hanno già sbancato il Golden Globe. Il regista è canadese.

Gravity di Alfonso Cuaron. Non si può dire che i cineasti americani abbiano un trattamento riservato dall’Academy, visto che Cuaron è l’ennesimo straniero, per di più messicano. Stavolta siamo nella pura fantascienza, ma il pubblico e la critica hanno apprezzato molto l’uso del 3D finalmente finalizzato a completare la narrazione e non fine a se stesso.

Her di Spike Jonze. Jonze ha un gusto innato per la provocazione, per le pellicole sul filo dell’illogicità, sui paradossi che diventano condizione (talvolta insostenibile) di vita. Una voce, una semplice voce può diventare un amore. Per rendere credibile questo ci voleva un attore particolare, borderline come Joaquin Phoenix, la voce è di un’icona sessuale, Scarlett Johannson.

Nebraska di Alexander Payne. Il regista indipendente ci ha più volte parlato dei suoi personaggi attraverso road movie. Questo film non sfugge alla sua vena seguendo il difficile rapporto tra un padre, alcolizzato e convinto di una  vincita ad una lotteria, ed un figlio che cerca di comprendere se stesso ed il suo passato. Bruce Dern ha l’occasione di ritornare tra i migliori attori americani dopo tanto tempo.

Philomena di Stephen Frears Irlanda, 1952. Philomena resta incinta da adolescente. La famiglia la ripudia e la chiude in un convento di suore a Roscrea. La ragazza partorirà un bambino che le verrà sottratto e dato in adozione. 2002. Philomena non ha ancora rinunciato all’idea di ritrovare il figlio per sapere almeno che ne è stato di lui. Troverà aiuto in un giornalista che è stato silurato dall’establishment di Blair e che accetta, seppur inizialmente controvoglia, di aiutarla nella ricerca. Un film che ha colpito molti ed entusiasmato tutti per l’interpretazione di Judi Dench.

 
The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese. Il momento d’oro della borsa mostrato in tutta la sua brutale verità attraverso la vita di un vero broker (neanche a farlo apposta, la fonte è un libro autobiografico) con i suoi eccessi e la caduta repentina. Un atto d’accusa implacabile contro la finanza americana. Leonardo Di Caprio è ai massimi livelli, Scorsese è ispirato come da tanto non gli accadeva.

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