Interstellar. Lo spazio immenso e infinito

Il nostro parere

Interstellar (2015) USA di Christopher Nolan

Nel XXI secolo la terra sta morendo. Il cibo scarseggia e servono solo agricoltori. Questo lavoro fa Cooper, ex astronauta vedovo con due figli. Quando grazie alla giovane figlia Murphy, piccolo genio della matematica, trova delle coordinate che lo condurranno ad una base NASA, scopre che esistono ancora le missioni nello spazio mantenute segrete per non fare sapere alla gente la situazione disperata in cui si trova il pianeta. Cooper parte per una missione disperata nella speranza di trovare una soluzione. E’ convinto di essere stato scelto dagli alieni misteriosi che gli hanno indicato le coordinate.Con la figlia del capo della NASA, Brand, si avvia verso un wormhole che dovrebbe condurlo in una galassia parallela dove potrà trovare un pianeta alternativo in cui emigrare. Gli anni passano e la soluzione non si trova mentre Murphy, divenuta scienziata, lavora alla risoluzione di una equazione salvifica. Purtroppo, è tutto un inganno. Brand ha già risolto l’equazione ma ha scoperto che non ci sono possibilità di salvezza per l’umanità. Tutto sembra precipitare.

Nolan dirige un film complesso, coraggioso per certi aspetti, ma anche irregolare. In qualche maniera si può dire che Interstellar si confronta con un colosso come 2001 di Kubrick perché ha in comune alcune tematiche, un percorso di conoscenza simile a quello che Bowman deve affrontare nel finale del capolavoro Kubrikiano. Se, però, la prima parte del film si mantiene sempre ad un livello alto, pieno di suggestioni ed emozioni, la seconda parte scema nella confusione tra l’azione ed il pensiero, nonché nel messaggio finale. Proprio l’ultima mezz’ora si appesantisce fino a diventare, in alcuni momenti, semplicistica. In pratica, un mostruoso apparato di spunti, immagini, effetti, idee si riduce ad una morale che stride notevolmente con tutta la preparazione. La sensazione finale dello spettatore è la caduta improvvisa dall’alto nella domanda inevitabil: “Tutto qua?”

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