Fino all’ultimo indizio – Ricerca e perdono

Il nostro parere

Fino all’ultimo indizio (2021) USA di John Lee Hancock

Il vice-sceriffo Joe Deacon deve affrontare un’indagine impegnativa quando si ritrova coinvolto, insieme a Jimmy Baxter, giovane investigatore di successo, nella caccia ad un omicida seriale che sta terrorizzando la città.

Poca inventiva e buona professionalità per un noir introspettivo che senza sorprese riesce a fornire un paio d’ore di intrattenimento. Discreta l’ambientazione con una fotografia notturna di valore che specchia l’anima ferita del protagonista. L’ambizione psicologica non da i  suoi frutti per una durata davvero eccessiva e per la mancata caratterizzazione dei personaggi, sfuocati e forzati. Se può reggere, infatti, il vilain, davvero deludente è la prova di Rami Malek che veste i panni di un detective poco credibile e statico nell’espressività.

Hancock non trova i punti di interesse vagando per il film senza dare un’anima precisa. Non c’è la visione del male che c’era in Seven, un’opera che certamente ha influenzato questa, o la scelta di puntare sulla riedizione di genere, ispiradosi alle tematiche anni 80.

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