Comandante

Il nostro parere

Comandante (2023) ITA di Edoardo De Angelis


Salvatore Todaro è un comandante della Marina Militare con un destino scritto nel nome, a capo del sommergibile Cappellini nonostante un incidente gli abbia provocato forti dolori alla schiena che lo autorizzerebbero ad accettare la pensione di invalidità. Durante la sua ennesima missione avvista una nave belga che, malgrado il Belgio sia formalmente neutrale, attacca il sommergibile italiano. Il comandante e la sua squadra rispondono al fuoco e affondano la nave. Ma Todaro decide di mettere in salvo i naufraghi, agganciandoli al suo sommergibile per trascinarli verso un porto neutrale e sicuro.


Comandante è eccitante, ambizioso, ben prodotto e abbastanza diverso da altri recenti film di guerra per superare le poche debolezze della sua sceneggiatura e produzione; soprattutto è molto diverso dalla consueta produzione italiana. Ciò che è raro nel cinema italiano è il respiro epico che c’è in Comandante. La vicenda umana e i personaggi si mescolano in un potente affresco che diventa una riflessione sull’esistenza e sul rapporto tra gli uomini.

Favino è semplicemente enorme nel restituirci un personaggio di alto spessore, così come Massimiliano Rossi risulta efficace nel ruolo del suo vice.  Attento e rigoroso, il film di De Angelis scade nella banalità quando caratterizza con gli stereotipi regionali (vedasi il mandolino del soldato napoletano) i marinai, ma mantiene una forta tensione per tutta l’opera.

La regia di De Angelis cammina su una linea sottile tra l’epico e l’enfatico riuscendo a trovare un buon equilibrio. Il bilancio stimato di 14 milioni di euro per il Comandante (da uno stuolo di finanziatori europei e dalla generosità di Paramount+) è sullo schermo per tutti. I set sottomarini sono claustrofobici, consentendo di riempire la nave con primi piani di corpi e macchinari con un effetto incredibilmente opprimente.

La vicinanza degli alloggi e dei corpi degli uomini conferisce al film un interessante omoerotismo, mentre gli incontri con le navi nemiche offrono momenti d’azione angoscianti. Con la sua attenzione al carattere, Comandante adotta un approccio molto umanista alle azioni dell’equipaggio del sottomarino. Si sacrificano l’uno per l’altro e i loro nuovi prigionieri / conviventi, ma De Angelis diventa sempre più in grado di elevare questo coraggio al di sopra del sentimentalismo. Tematicamente, Comandante fa un mirabile lavoro di riflettere sul confine tra coraggio e paura; gli equipaggi non sono particolarmente nobili, semplicemente cercano di sopravvivere.

 

 

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