800 eroi – Chinese war

Il nostro parere

800 Eroi (2020) CINA di Guan Hu

La storia della battaglia fra Cina e Giappone durante gli anni Trenta a Shanghai. Di fronte all’avanzata dell’esercito giapponese, circa 800 soldati cinesi resistono agli assalti imperiali.

Durante il 2020 è stato il maggior incasso raggiungendo la cifra di oltre 450 milioni di dollari ed è singolare come questa cifra sia di un film cinese, da dove è partita la pandemia. Guan Hu ha avuto a disposizione mezzi enormi ed un cast importante con molte star del proprio mercato.

Opera collettiva senza dubbio all’interno di un classico war movie che rispetta tutte le indicazioni del genere con un classicismo un po’ enfatico e mitizzante. Tuttavia il regista accentua due aspetti interessanti: da un lato indugia sui volti dei vili, di uomini comuni che devono superare le proprie paure in nome di un valore superiore; dall’altro vi è la contrapposizione tra chi agisce (i soldati) ed il popolo inane che con fare voyeuristico osserva la morte dei valorosi. Dai più che assistono inerti, si distinguono pochi che aggiungono il proprio sacrificio personale.

Non è difficile leggere un piglio nazionalistico e propagandistico affine alla volontà del partito comunista cinese, ma potrebbe anche essere una foglia di fico ruffiana per consentire a Hu di girare il resto dell’opera in grande libertà. Gli occidentali, infatti, sono visti come indifferenti e cinici, immorali capitalisti egoisti.

Nonostante ciò la censura è caduta comunque sul film poichè il ruolo del partito nazionalista cinese (Kuomintang) era troppo positivo. Così nel montaggio finale si apprezzano le scene d’azione, ma anche le ridondanze retoriche eccessive che alla lunga annoiano.

Le riprese sono splendide, la scenografia imponente ma nella scena della bandiera, Hu dovrebbe prendere lezioni da Eastwood e non da Blake Edwards.

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