10 Cloverfield Lane. Più incubi

Il nostro parere

10 Cloverfield Lane (2016) USA di Dan Trachtenberg

Anche nel cinema è spuntata la legge dello spin off, o come direbbe qualcuno del sequel. In realtà non si tratta del sequel del celebre Cloverfield del 2008, ma di una storia parallela, centrata più sull’incubo della prigionia piuttosto che sull’invasione dei mostri alieni.

In questo caso Michelle si risveglia in un bunker dopo un incidente stradale di cui ricorda poco o nulla. A capo di questo bunker c’è Howard, un inquietante omaccione che ha messo delle regole rigide e assurde per vivere nel rifugio-prigione. Howard racconta a Michelle che, durante il suo sonno a seguito dello scontro, gli alieni hanno attaccato la terra e che l’unica salvezza è restare chiusi sottoterra. Michelle non gli crede molto ma anche l’altro rifugiato, Emmet, conferma quanto avvenuto. La vita diventa via via insostenibile perché Howard è evidentemente uno psicopatico e l’alternativa per gli altri due, ormai alleati, è scegliere tra una vita in schiavitù e una libertà a rischio di morte.

Il film di Trachtenberg è decisamente meglio dell’originale per via della claustrofobica costruzione e la tensione legata alle folli regole poste da Howard. Questo aiuta il processo di identificazione dello spettatore, a differenza dell’originale in cui l’unico elemento di novità stava nel fatto che tutto veniva ripreso dal punto di vista degli uomini, grazie alla telecamera. Qui, invece, siamo nella solida concezione del filmico.

Senza troppi fronzoli Trachtenberg dirige un film da camera con i giusti tempi, utilizzando al meglio gli interpreti. Il suo è un cinema medio, professionale, che mostra un talento di base credibile. Siamo nelle produzioni low cost e si deve apprezzare chi sa fare le nozze con i fichi secchi.

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