Wonder. La forza del piccolo

Il nostro parere

Wonder (2017) USA di Stephen Chbosky

Auggie Pullman è un bambino di undici anni con una malformazione che gli impedisce una vita normale. Non è mai andato a scuola in vita sua. Quando deve entrare in prima media si rivela un buon alunno, ma trascorre le giornate da solo, al suo tavolo non si siede nessuno. Ad un certo punto Jack decide però di avvicinarsi a lui, e i due stringono un legame di amicizia. Nel frattempo Julian prende di mira Auggie con continue battute sul suo aspetto, ma il ragazzino affronterà la cosa con coraggio.

Chbosky, regista anche di Noi siamo infinito, prende il romanzo di R.J. Palacio e lo trasforma in film, scegliendo un taglio adatto alle famiglie, utilizzando gli elementi tipici del genere, ovvero la commozione e i buoni sentimenti che, soprattutto nel finale clamorosamente edulcorato, strizzano l’occhio ad un pubblico vasto ma difficilmente conquista uno sguardo smagato.

La descrizione della famiglia di Auggie disegna un quadretto familiare confortante dove convivono la tolleranza, la gioia, la serenità e la maturità. Il ritratto più interessante è, infatti, quello della sorella del ragazzino, necessariamente trascurata dai genitori concentrati sulle traversie mediche del fratello. In questo caso si mostra, in un interessante parallelismo, la possibilità che l’isolamento non dipenda solo dal proprio aspetto ma anche da tanti altri fattori.

Questi spunti, però, si smarriscono in una descrizione manierata e decisamente manichea. Il bambino cattivo è cattivo, ma si capisce che non è colpa sua ma dell’educazione. Gli insegnanti sono tutti buoni e sorridenti. I compagni si convertono senza motivo da nemici di Auggie a carissimi amici e plaudenti ammiratori. Forse un po’ troppo. Come troppo è il papà comprensivo e protettivo di Owen Wilson, la mamma apprensiva e zelante che tutto prevede, la sorella brava e buona che trova l’amore e riconquista l’amicizia. E’ tutto così perfetto da risultare falso. Chbosky non se la cava però male e mantiene le promesse: si piange, si ride e non si può far a meno di simpatizzare per Auggie.

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