Still Alice. Il dolore di non essere più.

Il nostro parere

Still Alice (2014) USA di Richard Glatzer e Wash Westmoreland

Julianne Moore ha vinto (finalmente) l’Oscar per questa dolente interpretazione della scienziata 53enne Alice che scopre di essere affetta da una rara sindrome di Alzheimer. In poco tempo, la donna passa da stimata docente universitaria a persona sempre più limitata, perdendo poco alla volta la memoria, la capacità mentale che ne aveva fatto una brillante studiosa, una madre anche oppressiva, ma attenta, una moglie energica e passionale.
La progressiva perdita della propria identità, la consapevolezza di star trasformandosi in altro da quella che è, la distruggono psicologicamente. L’unica salvezza sono i sentimenti, i rapporti con la famiglia. Lei, forte e riferimento per tutti, diventa la più debole, completamente in balia degli eventi, totalmente dipendente.

La pellicola, girata dallo scomparso Glatzer e dal suo compagno Westmoreland, è un viaggio verso l’abisso. Il volto della Moore si impietrisce poco alla volta di fronte al terrore di ciò che l’aspetta, fino a diventare infantile, disperatamente. L’interpretazione è davvero maiuscola all’interno di un’opera controllata che cerca di non cadere nella retorica. I registi si affidano completamente al cast, in primo luogo la Moore, ma anche Alec Baldwin.

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