Sogni d’oro – Io sono il cinema italiano

Il nostro parere

Sogni d’oro (1981) ITA di Nanni Moretti

Michele Apicella è un giovane regista frustrato dall’incomprensione cui va incontro il suo lavoro; la sua “opera terza” dovrebbe essere un film su Sigmund Freud. Nel panorama cinematografico italiano, affollato di sedicenti discepoli ed epigoni dell’opera del “maestro” Apicella, questi riafferma la propria unicità artistica.

La rilettura di questo film a distanza di tanti anni, lo rende meno attrattivo e interessante rispetto ad un contesto sociale, culturale e politico dove quell’opera aveva un suo profondo significato. Mancando i riferimenti, si smorza la sua carica eversiva e la diversità rispetto al cinema di allora, alterità peraltro orgogliosamente mostrata nella sfida finale davanti al pubblico.

Non mancano i chiari riferimenti cinematografici e gli omaggi dell’autore che cita Fellini in modo esplicito, ma anche i Taviani e Il testamento del mostro di Renoir. Ci sono anche degli evidenti richiami che Moretti ha approfondito in altri film come la preconizzazione di Bianca, i riferimenti ironici ai musical politici (non si può non accostare il numero di danza contro la guerra del Vietnam al pasticciere trotzkista di Aprile, l’avversione verso la critica modaiola ricca di frasi fatte (ieri il bracciante lucano, poi l’apprezzamento al film di McNaughton di Caro Diario)

In questa fase della carriera prevaleva l’alter ego Apicella, un uomo quasi rabbioso, pieno di idiosincrasie, irritante nella sua ostentata diversità. Il suo urlo contro il pubblico televisivo “di merda” ( per certi aspetti ancora valido se si considerano solo i programmi di una certa fascia oraria sulla televisione generalista) si scontra con il suo desiderio di piacere, sulla sua difficoltà a vivere con gli altri. Un film per certi aspetti psicanalitico, non a caso il film nel film è sulla vita di Freud, non a caso Michele non riesce a capirsi e a comprendere la sua aridità.

Mentre urla al mondo di essere il cinema italiano, l’unico che non si piega alle mode imperanti, l’urlo interioreè nella ricerca d’amore, unico elemento essenziale.

.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email