La ciociara. Il cuore straziato dell’Italia

Il nostro parere

La ciociara (1960) ITA di Vittorio De Sica

Il romanzo di Moravia raccontava l’Italia distrutta e disperata del fine guerra, segnata dai lutti, dalla fame, dalla violenza fine a se stessa. Portare tutto questo sullo schermo nel 1960, in una nazione dove il già potente Andreotti almanaccava che “i panni sporchi si lavano in casa” era ancora più difficile. Siamo, è vero, in un anno magico per la nostra nazione dal punto di vista cinematografico (è lo stesso anno della Dolce Vita), ma va comunque riconosciuto il coraggio di De Sica che ha rappresentato in tutta la sua tragica realtà quei momenti.

La storia parla di Cesira, vedova e con una figlia Rosetta di 13 anni. Preoccupata dei bombardamenti lascia Roma dove ha un negozio per rifugiarsi a Fondi. Nel viaggio deve fronteggiare numerose difficoltà, tra cui l’interesse di un gruppo di fascisti che le propongono un posto da serva, ma con ben altre intenzioni. Arrivata a destinazione si unisce ad un gruppo di sfollati. Tra di loro Michele, un giovane intellettuale antifascista cui si affeziona. La guerra insegue però anche quei luoghi. Struggente l’incontro con una madre impazzita dal dolore per la morte del suo piccolo. La donna si aggira con il seno nudo chiedendo a chi può donare il suo latte. Successivamente, Michele viene costretto a seguire un gruppo di nazisti che lo obbliga a guidarli per le montagne e sparisce. Cesira decide di tornare a casa ma nel cammino un gruppo di Goumier (forze armate francesi composte da marocchini) violentano sia lei che la bambina. Rosetta, sconvolta e distrutta dall’abuso, si chiude in se stessa.

La drammatica vicenda, oltre che aprire uno squarcio su un episodio poco conosciuto della seconda guerra mondiale, narra con essenzialità ed estremo realismo uno spaccato di vita della guerra. La bellissima sceneggiatura di Zavattini dona, mantenendo equilibrio tra narrazione storica, motivazione ideologica e dramma psicologico, forza e drammaticità. Il cast di attori completa poi un’opera mirabile per molti aspetti. Sophia Loren, oscar per la miglior attrice nonostante recitasse in italiano, Belmondo e le numerose partecipazioni di bravissimi attori come Vallone, Ninchi, Checchi, Salvatori, Maggio sono elementi imprescindibili di questa orazione civile al coraggio delle donne in guerra.

I premi sono stati numerosissimi, soprattutto alla Loren che ha vinto a Cannes, ai BAFTA, ai David di Donatello e ai Nastri d’argento, nonchè al New York Film Critics circle Award. Il film ha vinto il Golden Globe per il miglior film straniero.

Potrebbe piacerti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Email