Io che amo solo te. Alterno e disomogeneo

Il nostro parere

Io che amo solo te (2015) ITA di Marco Ponti

Due giovani in procinto di sposarsi sono incerti, confusi, non sanno se si amano realmente. Il padre di uno ama, platonicamente, la madre dell’altra. Una serie di personaggi gira intorno all’avvenimento con conseguenti equivoci, caos, tradimenti, litigi e riconciliazioni.

Il film, ambientato nell’incantevole location di Polignano a mare, è costruito intorno ad un cast molto ricco (Scamarcio, Chiatti, Placido, Litizzetto, Bandiera, Abbrescia, Calzone). Si mostra però particolarmente disomogeneo e confuso. Alterna buoni momenti comici ad altri totalmente sbagliati con un eccessiva attenzione al product placement, nonché furbate di basso profilo come riciclare Enzo Salvi o infilare Emma Amoroso per strizzare l’occhio ad un pubblico giovanile.

Lascia perplessi perché tanta abbondanza viene dispersa senza giungere ad un reale risultato. Lascia perplessi perché non si capisce a cosa puntasse il regista. La classica commedia romantica? Ovviamente, ma perché allora tanta attenzione alla comicità greve?

Ci sono poi evidenti assonanze con Mine vaganti di Ozpetek e anche questo lascia perplessi. Possibile che gli sceneggiatori non si siano resi conti di scopiazzare ampiamente l’opera del regista turco? E se se ne sono accorti perché non hanno evitato le cadute di tono?

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