Intrigo – Morte di uno scrittore

Il nostro parere

Intrigo – Morte di uno scrittore (2018) SVE/GER di Daniel Alfredson

David Moerk è un traduttore che vive una vita solitaria dopo la scomparsa della moglie in circostanze misteriose e ha appena ricevuto l’incarico di tradurre l’ultimo romanzo – inedito – di un celebre scrittore, Germund Rein.

Il romanzo di ispirazione è di Hakan Nesser ed il film cerca di rispecchiare le complesse elucubrazioni del protagonista tentando di mantenere i diversi piani temporali sullo stesso piano narrativo. L’ambientazione, il flusso dei pensieri sono alla base del successo letterario ma inevitabilmente sullo schermo fanno cilecca.

Manca tensione negli snodi essenziali del film, il dialogo dei personaggi appare freddo, vuoto. Il volto inespressivo di Furmann può essere d’aiuto quando deve mostrare la difficoltà dell’uomo nel comunicare ma diventa un peso nelle scene con Kingsley.

In buona sostanza la regia con pochi spunti di Alfredson fa da notaio alle parole dell’autore ma non sa trasformare il senso in un’opera apprezzabile.

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