Il fattore umano – Per la patria

Il nostro parere

Il fattore umano (1979) UK di Otto Preminger

Londra, anni 70. In seguito ad una misteriosa fuga di notizie da un settore dei servizi segreti, un agente si ritrova ad essere fra i sospetti di tradimento e fugge a Mosca dopo aver appreso la notizia dell’omicidio di un collega.

Discreto film di spionaggio, in cui le morbose atmosfere della guerra fredda vengono raffigurate in una narrazione livida e senza speranze. Ogni scelta è legata ai compromessi dove non esiste pietà ma solo delle vittime più o meno innocenti. Sopravvivono solo i personaggi più laidi e amorali che riescono a convivere con un sistema basato sulla sopraffazione e sulla bugia, dove si è solo pedine.

Siamo ben lontani dai film di azione, ma siamo in pieno nelle psicologie umane che tanto bene hanno descritto Graham Greene (dal cui romanzo è tratta l’opera) e John Le Carrè. A questo contribuiscono gli interpreti che lasciano trasparire, sotto il classico aplomb britannico, il portato delle loro anime. I sensibili Maurice e Arthur non possono reggere il peso di tutto questo marciume. La semplice commistione con questo mondo contamina tutti e rende ogni cosa infelice e crudele.

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