I fantasmi d’Ismael – Un ritorno

Il nostro parere

I fantasmi d’Ismael (2017) FRA di Arnaud Desplechin

Scomparsa, Carlotta torna dal nulla dopo ventun’anni da Ismael, che nel contempo si è ricostruito una vita con Sylvia e si è costruito una carriera come regista. La ricomparsa della donna giunge nel cuore della realizzazione di una nuova pellicola.
Due storie nella storia. Da una parte la vicenda di Ismael, dall’altra la storia che sta scrivendo per un film. Un film spionistico, ben presto accantonato ed usato durante la narrazione per flash, lascia spazio al metacinema, il filone autoriflessiva della settima arte. Le due trame parallele non si incastrano adeguatamente poichè tutto è pensato nell’ottica della centralità di Ismael, delle sue ossessioni per cui le donne sono solo un corollario, un portato che gli serve per egoisticamente condurre a conclusione le sue opere.
Di Carlotta gli interessa maggiormente il padre (grande autore cinematografico), non il rapporto che lo legava a lei. Ugualmente in Sylvia ricerca una pace artistica e personale che si concluderà con la sua gravidanza, un modo per transitare dal rapporto di figliolanza verso il maestro-mentore a quello di guida.
Complessivamente l’intreccio si evolve algidamente senza riuscire ad appassionare visto che il film spionistico è del tutto irrilevante e i personaggi secondari (Hyppolite Girardot) svoltano tra l’ironico e il drammatico senza grande costrutto.

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