I 10 migliori film del 2013 secondo Sight and Sound

Continuiamo con le classifiche delle più importanti riviste di cinema europeo (non ci fermiamo qua). Sight and Sound è un nome, una garanzia della critica anglosassone; la rivista che, per un momento, ha assunto un ruolo centrale nella critica europea e mondiale. Il suo punto di vista, rispetto ai Cahiers, è certamente più internazionale, meno attento al proprio ombelico. Al di là del riconoscimento fatto ad un film britannico, la top ten vede la presenza di molte cinematografie, spaziando dall’Asia all’Europa ma dando riconoscimenti al nostro cinema e ad un documentario quasi sconosciuto in Italia, ma coprodotto da diverse nazioni tra cui la Norvegia, la Danimarca e (guarda caso) proprio il Regno Unito.
Insomma, anche nel cinema prevale un certo nazionalismo, ma senza dubbio la classifica stilata è un interessante esercizio di conoscenza e di stile.

9 posto ex aequo

Norte, the end of History (PHI) di Lav Diaz –  Un linguaggio potente da narratore, quello di Lav Diaz (nome completo Lavrente Indico Diaz, regista, attore e sceneggiatore filippino, classe 1958), noto per le sue opere dalla lunghissima durata (anche 12 ore). Nonostante la relativa lentezza dell’azione, la pellicola scorre, e si resta avviluppati da una storia niente affatto banale che accosta, su due livelli paralleli, tratti di racconto contemporaneo – i giovani intellettuali universitari filippini, non ricchi ma benestanti, che discutono, seduti ad un caffè, di politica ed attualità, di bene e male, colti, tolleranti, con uno sguardo profondo ed ironico sulla vita – ad una trama più complessa e tragica, che fa da trait-d’union alle tante conversazioni sulla politica, la religione, la giustizia che di quando in quando letteralmente fermano l’azione. (Taxidrivers.it)

Lo sconosciuto del lago (FRA) di Alain Giraudie – Ne abbiamo già parlato nel precedente post. Dal primo posto dei Cahiers ad un onorevolissimo nono posto in Gran Bretagna. E’ il segnale che Giraudie ha colto nel segno girando una pellicola disturbante ma efficace, apprezzabile ad ogni latitudine.


8 posto

The selfish giant (UK) di Clio Barnard – Il film richiama alla mente le opere di Ken Loach e Andrea Arnold, ma anche Neds di Peter Mullan: eppure sembra qualcosa di (quasi) nuovo. Grazie ad una regia attenta alle atmosfere, la Barnard descrive la vita dei due ragazzini in modo sincero e crudo, e viene aiutata dalle loro fortissime interpretazioni. Una piccola grande sorpresa non ancora distribuito in Italia.


6 posto ex aequo

Il tocco del peccato (CHI) di Ja Zhangke – Vincitore a Cannes 2013 del Prix du Scenariò, è un affresco sociale della corruzione in Cina. Già presente nella classifica dei Cahiers.

Upstream color (USA) di Shane Carruth – Scritto, diretto, prodotto e interpretato da Shane Carruth, è un thriller psicologico che ruota sul ciclo vitale di un parassita che si sviluppa rispettivamente nel corpo umano, nei maiali e nelle orchidee. Il film, dai tratti fortementi poetici e simbolici, tratta il tema delle dipendenze e delle correlazioni nelle relazioni fra gli esseri umani.

5 posto

Frances Ha (USA) di Noah Baumbach –  Frances vive a New York ma non ha un vero appartamento, è un’aspirante ballerina ma non fa veramente parte della compagnia con cui danza. La sua migliore amica, Sophie, è per lei un’altra se stessa “con capelli differenti”, ma quando Sophie conosce Patch e si trasferisce da lui, Frances deve imparare a badare se stessa da sola. Come Gena Rowland per Cassavetes, Mariel Hemingway per Woody Allen o Anna Karina per Godard, Greta Gerwig si offre all’obiettivo di Noah Baumbach nella sua eccezionale quotidianità.


3 posto EX AEQUO

La Grande Bellezza (ITA) di Paolo Sorrentino – Il nostro fiore all’occhiello del 2013 piace al mondo anglosassone. Tanta discussione in Italia sul film di Sorrentino. Per una riflessione distaccata, basta vedere l’entusiasmo con cui è stato accolto all’estero, presso critici e spettatori attenti. La grande bellezza è cinema di alto livello.

La vita di Adele (FRA) di Abdellatif Kechiche – Tanti hanno amato il film francese capace di esplorare la sessualità di due ragazze con cruda sincerità. Il cinema di Kechiche ha conquistato  molti per lo stile e per la visione di cinema.


2 posto

Gravity (USA) di Alfonso Cuaron – L’odissea dell’astronauta Bullock è amatissima. Cuaron ha ricevuto tanti riconoscimenti, al di là dell’Oscar come miglior film. Senza dubbio, il regista messicano regge un film sul semplice ritmo, sull’idea dello spazio infinito che è fuori e dentro di noi.

1 posto

L’atto di uccidere (DAN-UK-GER-NOR-FIN-SVE-POL)  di Joshua Oppenheimer – Presentato in anteprima mondiale al Telluride Film Festival nel settembre 2012, il film è diventato subito un “caso” recensito dai critici di tutto il mondo. Terribile atto d’accusa sulla purga anticomunista avvenuta in Indonesia tra il 1965 e il 1966, che portò alla morte di mezzo milione di persone, raccontata dal punto di vista di due preman (gangster), Anwar Congo e Adi Zulkadry, diretti responsabili dell’uccisione di centinaia di uomini ed oggi rispettabili membri di organizzazioni paramilitari indonesiane.

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2 Responses

  1. Vittorio scrive:

    La vita di adele e la grande bellezza probabilmente li avrei scambiati. Molti invece li ho aggiungi alla lista dei film che devo vedere. grazie

     

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