Gli ultimi 10 Oscar per la miglior attrice

Gli ultimi 10 premi Oscar alle attrici protagoniste hanno seguito le solite regole, partendo da due presupposti: premiare quella che ha saputo “essere” un personaggio famoso in modo aderente e profondo (specialmente chi ha saputo trasformarsi per raggiungere lo scopo), segnalare che ci sono attrici giovani che vanno insignite della statuetta perchè sono (come dire) à la page. Nel primo gruppo rientrano Theron, Streep, Mirren, Cotillard; nel secondo Witherspoon, Portman e Lawrence. Fuori dagli schemi la Bullock che è stata inspiegabilmente preferita a tutte nel 2010 e le magnetiche Swank e Winslet che sfuggono alla catalogazione prima descritta. Intendiamoci, le premiate (Bullock a parte) hanno meritato la statuetta perchè sono state bravissime, ma viene il dubbio che l’Oscar, per quanto meritato, sia sempre legato a fattori esterni. Niente di male, basta conoscere le regole del gioco. E ora the Oscar goes to….

2004 Charlize TheronMonster L’attrice sudafricana si trasforma fisicamente, rinunciando completamente alla propria abbagliante bellezza, per incarnare la serial killer Woornos. Il risultato è un’ottima interpretazione che viene premiata più per le doti mimetiche che per il lavoro in sè. Dopo di allora un paio di buoni film e poi un diradamento degli impegni che la fa sembrare appagata. O, più semplicemente, è passata di moda, poichè non la cercano più per i lavori interessanti.

2005 Hilary SwankMillion Dollar Baby  Secondo oscar per la Swank. E’ stata senza dubbio aiutata dalla magnifica pellicola di Eastwood, ma lei è davvero straziante nel ruolo di Maggie. Ci ha dato uno dei personaggi più intensi e veri degli ultimi dieci anni e il premio non solo era meritato, ma anche indispensabile per sottolineare lo straordinario lavoro compiuto. Se sarà supportata da scelte adeguate e da proposte credibili. Purtroppo, dal 2005 film non sempre convincenti e un parziale oscuramento.

2006 Reese WitherspoonQuando l’amore brucia l’anima (Walk the Line) La Whiterspoon è un’interprete dotata e simpatica, tuttavia il dubbio che il premio sia stato più alla fidanzatina d’America che al ruolo in sè, è presente. Da allora davvero poca roba, troppo poca per convincersi che il premio sia realmente meritato. Speriamo che Egoyan riesca a farla risalire da questa spirale che ricorda un po’ quella terribile della Paltrow, premiata troppo presto e senza un reale motivo.

2007 Helen MirrenThe Queen – La regina (The Queen) La Mirren fornisce una prova maiuscola ricreando la regina d’Inghilterra pur rispettandone totalmente l’aspetto esteriore. Una recitazione strepitosa in un film convincente e ricco di pathos. Era facile scadere nella macchietta e nell’effetto fotocopia, invece l’attrice inglese è profondissima grazie ad una gamma di espressioni e di gesti vivissimi.

2008 Marion CotillardLa vie en rose (La Môme) Fare Edith Piaf non era facile. L’ha aiutata un grande lavoro e una sceneggiatura colma di scene clou in cui mostrarsi molto addolorata e dignitosa nella vita infelice di una donna infelice. Fare Edith Piaf non era facile, ma lo è di più se il regista ne fa un ritratto sufficientemente ricco di stereotipi sulla Francia e sulla vie en rose. La Cotillard è brava, ma Edith Piaf di più. Forse il premio, per quanto non immeritato, era alla cantante più che all’attrice.

2009 Kate WinsletThe Reader – A voce alta (The Reader) Più un omaggio ad una carriera giù onusta di gloria, nonostante l’età, che un semplice riconoscimento all’interpretazione fornita nel film troppo appoggiato sulla sceneggiatura che sulla regia. La letterarietà dell’opera ha aiutato la Winslet che è sempre inappuntabile, bravissima ad arricchire i suoi personaggi. La Winslet è sempre carismatica anche quando sboccata invita Gandolfini al sesso, anche quando ascolta rapita la lettura degli altri.

2010 Sandra BullockThe Blind Side La Bullock ha un viso simpatico e comunicativo, ma non è certo l’attrice più espressiva del panorama americano. Come abbia fatto a giungere all’Oscar è un mistero, soprattutto per un filmetto pieno zeppo di melassa per descrivere la parabola del ragazzino nero invitto al mondo e recuperato grazie all’amore della famiglia adottiva bianca. Lo stile è televisivo: non quello innovativo di tante fiction, però. Qua siamo nel campo del biopic anni ’80, modello ideale di una società giusta che raggiunge l’integrazione superando l’ingiustizia del mondo. Mah.

2011 Natalie PortmanIl cigno nero (Black Swan) Aronofsky attinge a Scarpette rosse, sia nella tematica di fondo che nell’uso della macchina da presa in alcune scene, ma crea un personaggio femminile più ambiguo, più confuso nella propria identità umana e sessuale. Encomiabile il lavoro di fondo che la Portman ha fatto per restituire la fragilità della protagonista.

2012 Meryl StreepThe Iron Lady  Margaret Thatcher più vera del vero con una superba interpretazione. La grandezza della Streep sta nella capacità di calarsi nel ruolo mantenendo una sua forte identità, ma senza mai sovrapporsi al personaggio che, anzi, ne risulta arricchito e rafforzato. E’ straordinaria la sua naturalezza, la pienezza dell’interpretazione. Solo per questo motivo, la Streep merita un Oscar a film. Solo per questo è una delle più grandi attrici di sempre.

2013 Jennifer LawrenceIl lato positivo – Silver Linings Playbook (Silver Linings Playbook) Questa ragazzona è nel cuore dell’Academy così come David O. Russell. Tutti e due piacciono  in modo eccessivo rispetto ai loro attuali meriti. Sono abbastanza bravi, fanno film discreti, ma convincere, non convincono affatto. D’altro canto con l’Academy è così: quando sei sulla cresta dell’onda ti candidano qualunque idiozia tu faccia, quando non sei più nelle grazie, scompari. Ora è il momento della Lawrence che batte l’interpretazione incredibile di Emanuelle Riva in Amour. Le due attrici sono imparagonabili, ma la Riva è vecchia e l’accento francese che ha non è abbastanza civettuolo, come la Cotillard. Infatti, non l’hanno premiata nonostante sia commovente fino alle lacrime.

 

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