Collateral beauty. Ricominciare a vivere

Il nostro parere

Collateral beauty (2016) USA di David Frankel

Howard è il manager di maggior successo di una grande azienda. Colpito dalla tragedia della morte della figlia di sei anni, non riesce a tornare a vivere. I suoi tre migliori amici e colleghi di lunga data vengono a sapere che ha scritto delle lettere, al Tempo, all’Amore e alla Morte, e assoldano tre teatranti perché impersonino queste entità astratte e dialoghino con Howard, scuotendolo e riportandolo alla consapevolezza che la sua vita non è finita.

Purtroppo è un brutto film. Il grande cast attirava molto e Frankel è il regista di Diavolo veste Prada. Ma la storia si presentava fin troppo insidiosa: difficile non cadere nel vieto sentimentalismo, nella lacrimuccia strappata con mezzi abietti, nei giochini retorici. Frankel c’è disgraziatamente caduto dentro in pieno, pigiando il piede sull’acceleratore del melodramma strappacuore. In effetti si strappa ben altro e dispiace.

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