Arriva un cavaliere libero e selvaggio. Nulla di selvaggio

Il nostro parere

Arriva un cavaliere libero e selvaggio (1978) USA di Alan J. Pakula

Durante la seconda guerra mondiale Ella eredita dal padre una fattoria e terreni da pascolo. Erwin, il tiranno della zona, le vuole comprare e la minaccia pesantemente. Nel frattempo l’uomo ha mandato dei sicari ad uccidere due cowboys reduci di guerra, anche loro proprietari.  Erwin ne fa uccidere uno. L’altro, Frank, sopravvive e si allea con Ella contro il dispotico e criminale possidente. In mezzo la voracità dell’industria petrolifera che avanza.

Da un regista come Pakula ci si attendeva qualcosa di più di un melodramma storico imbalsamato come questo. Il titolo italiano è assolutamente fuorviante, ma la libertà c’entra poco con lo svolgimento statico e convenzionale della vicenda. Assai poco selvaggio è anche ogni altro aspetto dell’intreccio. L’insieme è professionale (ambientazione, fotografia, attori) ma poco attraente e seduttivo, per non dire noioso.

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