A doppia mandata. Veleni borghesi

Il nostro parere

A doppia mandata (1959) FRA di Claude Chabrol

Estate. In Provenza si consuma un dramma in tono di commedia. Una famiglia vive in vacanza nascondendo una serie di segreti. Il padre ha un’amante, molto più giovane; la madre vive un rapporto morboso con il figlio soffocato da manie e pulsioni sessuali represse; la figlia è legata ad un perdigiorno, Laslo (Jean Paul Belmondo) che la maltratta, sfruttando la famiglia di lei per fare la bella vita. La sfrontatezza di Laslo è mal tollerata da tutti. Eppure a turno si rivolgono a lui per avere un aiuto, come affascinati dalla forza primordiale che promana dalla sua persona. Il finale verso il noir con l’improvviso omicidio dell’amante del padre, Leda, interpretata da Antonella Lualdi.

Chabrol appare ancora alle prime armi e indeciso sul tono da scegliere. Bravissimo nel descrivere la realtà borghese meschina e oppressiva, nonché la sensualità dei personaggi, non riesce ad equilibrare gli elementi nidificando una vicenda zoppicante nel ritmo e nella sua potenza espressiva.

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