9 attrici italiane morte nel 2019

9. Carla Calò (1926) Nasce a Palermo, dove fa le prime esperienze di attrice teatrale. Inizia la sua carriera nel mondo del cinema, con Carlo Ludovico Bragaglia nella pellicola del 1949 Il falco rosso. Subito dopo accanto a Totò, sempre diretta dallo stesso regista, è nel cast di Totò le Mokò, sarà l’inizio di una lunga lista di film, oltre 100, ai quali si aggiungono i lavori per la televisione, dove dimostra la sua grande versatilità nell’adattarsi alle più diverse interpretazioni in tutti i generi cinematografici, dalla commedia all’italiana ai film drammatici, dal peplum allo spaghetti western, dal cinema avventuroso al poliziottesco fino alla commedia sexy.

8. Miranda Bonansea (1926) Figlia di Piero Bonansea, fotografo di Casa Savoia, ha iniziato sin da piccola a frequentare con lo zio sia il palcoscenico che i set cinematografici, esordendo a 8 anni, nel 1934, nel film La cieca di Sorrento, di Malasomma. Conosciuta anche con il nome d’arte di Miranda Garavaglia, si afferma come l’attrice bambina di maggior successo del cinema italiano degli anni trenta, definita la Shirley Temple italiana. Ha lavorato anche in teatro. Dopo aver esordito nel doppiaggio nel 1932 agli studi Paramount di Saint-Maurice, dalla metà degli anni trenta ha doppiato, con la CDC, numerose famose attrici, fra cui la già citata Shirley Temple, June Allyson, Jean Simmons, Jane Powell, Marilyn Monroe, Judy Garland (ne Il mago di Oz) lavorando per 77 anni.

7. Roberta Fiorentini (1948) Figlia d’arte, nata da Fiorenzo Fiorentini, studia recitazione e mimo con Angelo Corti. È stata fondatrice e docente per dodici anni della Scuola di Teatro Popolare di Fiorenzo Fiorentini. Per anni ha lavorato nel cinema partecipando a film come Io e lei di Maria Sole Tognazzi, Un Matrimonio da Favola di Carlo Vanzina, Henry di Alessandro Piva e L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino. Il successo arrivò grazie al ruolo, in Boris, del personaggio Itala che ha reso il suo volto famoso e apprezzatissimo. L’ultimo ruolo è stato in Un Natale a 5 stelle, il film dei Fratelli Vanzina prodotto da Netflix.

6. Marisa Solinas (1941) Durante l’adolescenza sogna l’attività di cantante lirica, ma ben presto decide di dedicarsi alla musica leggera. Il debutto nel mondo dello spettacolo, però, avviene come attrice: viene infatti notata da Mario Monicelli, che la fa debuttare come protagonista nell’episodio Renzo e Luciana, all’interno del film Boccaccio ’70. Solo nel 1964 riesce a debuttare come cantante ma in questa attività avrà indubbiamente minor fortuna a parte l’interpretazione di canzoni erotiche come la versione italiana di Moi je t’aime non plus. Interpreta musicarelli come Riderà (Cuore matto) e B-movie, ma anche pellicole di qualità nell’ambito della commedia all’italiana, come Viaggio di nozze all’italiana (1966), L’arbitro (1974), Tutti dentro e I due carabinieri (1984). L’ultimo suo ruolo significativo è in Almost Blue (2000) di Infascelli.

5. Gaia Germani (1942) Dopo gli studi, iniziò a sfilare e a prendere parte a dei fotoromanzi. frequentando l’accademia di arte drammatica. A Parigi ha svolto attività importanti lavorando con James Mason, Paul Meurisse, Eddie Constantine, Martine Carol. Il suo fisico sottile e il suo temperamento tenace le fruttarono molte copertine. La sua attività nel cinema si è sviluppata nel corso degli anni sessanta e settanta, recitando complessivamente in una ventina di film. Tra le sue interpretazioni, nel 1965, quella nel film I complessi. In Guglielmo il dentone ha interpretato la parte di se stessa al fianco di Alberto Sordi. Sempre nel 1965 ha inoltre recitato per la regia di Marco Ferreri nel film Marcia nuziale. Poi ha interpretato una serie di thriller e film d’avventura accanto ad attori quali Donald Sutherland, Philippe Leroy, Christopher Lee, Gabriele Ferzetti.

4. Alessandra Panaro (1939) Recitò nella trilogia composta da Poveri ma belli (1956), Belle ma povere (1957) e Poveri milionari (1959), prendendo contemporaneamente parte al programma televisivo Il Musichiere. Negli anni cinquanta interpretò anche altre commedie italiane tipiche di quegli anni, che iniziavano a mostrare la spensieratezza e la gioia di vivere dopo gli anni della guerra. Fu protagonista in Lazzarella (1957), diretto da Carlo Ludovico Bragaglia; nel 1959 fu invece Nora, la fidanzata di Bruno-Mario Girotti (il futuro Terence Hill) nel film Cerasella di Raffaello Matarazzo. Inoltre lavorò accanto a Totò e fu diretta da registi come Alessandro Blasetti e Luchino Visconti. Negli anni sessanta recitò invece in film del filone mitologico ed avventuroso.

3. Valeria Valeri (1921) A 22 anni rinuncia alla radio per la carriera teatrale. Sul palcoscenico recita sino ai giorni nostri, diventando una delle più apprezzate attrici del genere brillante, dimostrandosi anche di ottimo spessore drammatico. Con Enrico Maria Salerno instaurò un sodalizio artistico e affettivo tra i più importanti della storia del nostro spettacolo. Tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70 conosce i maggiori successi, in coppia con Alberto Lionello nelle commedie brillanti Occupati di Amelia! di Feydeau e L’anatra all’arancia. Attrice instancabile, dalla metà degli anni novanta continua a calcare i palcoscenici teatrali con dedizione. Nel 2012 le viene assegnato il premio Alabarda d’oro per il teatro. Sul grande schermo non ebbe una frequentazione altrettanto importante: interpretò soltanto 7 pellicole tra il 1950 e il 1981, e sempre in ruoli di supporto. Ebbe un ruolo secondario in un film diretto da Mario Bava nel 1966, Operazione paura. In quello stesso anno recitò insieme al compagno di vita in un film di Florestano Vancini, Le stagioni del nostro amore. Ha prestato la voce a Natalie Wood, Ellen Burstyn, Maggie Smith e diverse altre, anche in serie televisive molto popolari come Capitol e Beautiful. Doppia anche alcune attrici straniere che recitano in film italiani, come Betsy Blair ne I delfini (1960), Martine Carol in Vanina Vanini di Roberto Rossellini (1961), Marina Vlady in Una storia moderna – L’ape regina di Marco Ferreri (1962). Ha terminato l’attività di doppiatrice nel 2008. Sul piccolo schermo sarà ricordata principalmente per due ruoli che la resero molto popolare: la signora Stoppani, madre di Gian Burrasca nel 1964, quindi nel biennio 1968-1969 con l La famiglia Benvenuti, sempre accanto ad Enrico Maria Salerno.

2. Ilaria Occhini (1934) Debuttò nel cinema a 19 anni nel film Terza liceo con lo pseudonimo di Isabella Redi, per poi diplomarsi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Si affermò presto in televisione, diretta da Anton Giulio Majano negli sceneggiati L’Alfiere e Jane Eyre, ed esordì nel teatro nel 1957 in L’impresario delle Smirne di Carlo Goldoni per la regia di Luchino Visconti, che la diresse anche in Uno sguardo dal ponte e Figli d’arte. Lavorò poi con Orazio Costa e Giuseppe Patroni Griffi. Interpretò anche numerosi film, raramente in parti da protagonista, come Un uomo a metà del 1966. Tra le caratterizzazioni più riuscite quella nella commedia di Alessandro Benvenuti del 1990 Benvenuti in casa Gori, che le valse il Nastro d’argento alla migliore attrice non protagonista. Nel 2008 fu la protagonista del film Mar Nero di Federico Bondi, che le valse la candidatura ai David di Donatello e la vittoria del Pardo d’Oro come miglior attrice al Festival internazionale del film di Locarno. Nel 2010 vinse il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista e il premio Alida Valli per la migliore attrice non protagonista al Bif&st 2011 con Mine vaganti di Ferzan Özpetek, oltre ad ottenere il Nastro d’argento alla carriera.

1. Valentina Cortese (1925) Dopo il debutto nel film L’orizzonte dipinto (1940), il primo ruolo importante fu quello di Lisabetta nel film La cena delle beffe (1942) di Blasetti. Diviene una diva e partecipa a film come I miserabili (1948) anno in cui firma il contratto con la 20th Century Fox. Lavora con James Stewart e Spencer Tracy in Malesia (1949) di Richard Thorpe, e viene diretta da Jules Dassin in I corsari della strada (1949). Importante è La contessa scalza (1954) di Joseph L. Mankiewicz, accanto ad Ava Gardner, Humphrey Bogart e Rossano Brazzi, in Italia gira Le amiche (1955) di Michelangelo Antonioni, film grazie al quale vince il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista. Nel 1958 si ritira temporaneamente dalle scene in seguito allo sfortunato matrimonio con Richard Basehart. Da quell’unione è nato Jackie, anche lui attore. L’unico rimpianto è quello di avere dovuto rinunciare, a causa della gravidanza, alla proposta giunta da Charlie Chaplin per il ruolo di protagonista femminile in Luci della ribalta nel 1952. Torna alla ribalta con i film Barabba (1961) di Richard Fleischer, interpretato accanto ad Anthony Quinn, Silvana Mangano, Vittorio Gassman, e La ragazza che sapeva troppo (1963) di Mario Bava. Nel 1964 duetta con Ingrid Bergman in La vendetta della signora di Bernhard Wicki. L’anno successivo viene diretta anche da Fellini in Giulietta degli spiriti. Negli Stati Uniti viene richiamata dopo vari anni per il film Quando muore una stella (1968) di Robert Aldrich, accanto a Kim Novak e Peter Finch. Dopo alcune partecipazioni a importanti produzioni televisive italiane, l’incontro con Strehler e il teatro mettono ulteriormente in mostra le sue qualità di attrice drammatica. Due ruoli secondari la riportano però alla ribalta internazionale: La barca sull’erba (1970) di Gérard Brach; L’assassinio di Trotsky (1972) di Joseph Losey con Richard Burton, Alain Delon e Romy Schneider. Ottiene uno dei sui ruoli più celebri in Effetto notte (1973) di François Truffaut, al fianco di Jean-Pierre Léaud, Jean-Pierre Aumont e Jacqueline Bisset. La pellicola viene premiata con l’Oscar al miglior film straniero e lei ottiene una nomination all’Oscar alla miglior attrice non protagonista. La vincitrice, Ingrid Bergman, durante la cerimonia di consegna del premio si scusò con la collega e amica, affermando che secondo il suo parere era proprio l’attrice italiana a meritarlo. Importante è il sodalizio con Franco Zeffirelli, iniziato con il film Fratello sole, sorella luna (1971) e continuato con lo sceneggiato televisivo Gesù di Nazareth (1977) ed ancora nei film Il giovane Toscanini (1988) e Storia di una capinera (1993). Nel suo ultimo film americano, del 1980, Ormai non c’è più scampo, lavora con William Holden, Jacqueline Bisset e Paul Newman. Nel 1988 prende parte a Le avventure del barone di Munchausen di Terry Gilliam. Nel 2015 il figlio Jackie muore a causa di una malattia, fatto che provocherà un grande dolore all’attrice.

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