10 attori extraamericani morti nel 2017

Shashi Kapoor (n. 1938). È uno degli attori più popolari della produzione cinematografica di Bollywood degli anni ’70 e ’80, morto a Mumbai per problemi renali. Membro di una prolifica famiglia di attori e registi, Shashi Kapoor, che è stato anche regista e produttore, ha lavorato in almeno 150 film, come protagonista assoluto. I media indiani ricordano alcune sue memorabili interpretazioni come Deewar, Do Aur Do Paanch e Namak Halaal. Fra i principali film di rilevanza internazionale: Shakespeare Wallah di James Ivory (1965), L’ereditiera di Singapore di Guy Green (1967), Calore e polvere di James Ivory (1982), Sul filo dell’inganno di Nicholas Meyer (1988) e Sammy e Rosy vanno a letto di Stephen Frears (1987).

Robert Hardy (n. 1925) Iniziò come attore classico, accanto a Laurence Olivier nel Coriolano. Nel corso degli anni, Hardy ha recitato nella pluripremiata serie televisiva britannica The Trobleshooters (1966-1970). Grandissimo successo ebbe nell’interpretazione del veterinario Siegfried Farnon nella serie Creature grandi e piccole (1978-1990). Detiene il “primato” per aver interpretato sia Winston Churchill che Franklin D. Roosevelt, entrambi in più di un’occasione. Sul grande schermo ha recitato con Richard Burton nel celebre La spia che venne dal freddo (1965). Più recentemente ha interpretato il Ministro della Magia Cornelius Caramell nella saga di Harry Potter.
Michael Nyqvist (n. 1960) Il grande esordio nel cinema europeo avviene nel 2000 con Together diretto da Lukas Moodysson. Nel 2002 è protagonista della commedia The Guy in the Grave Next Door, interpretazione che gli consente di vincere il Guldbagge Award come miglior attore. Nel 2004 recita in As it is in Heaven, di Kay Pollak, candidato all’Oscar al miglior film straniero. Nel 2006 è protagonista del film Suddenly e l’anno dopo di The Black Pimpernel in cui interpreta l’ambasciatore svedese Harald Edelstam in Cile che si occupa della difesa dei civili innocenti dalle esecuzioni durante la guerra del 1973. Nel 2009 arriva all’apice del successo con l’interpretazione di Mikael Blomqvist nella trilogia svedese Millennium, composta da Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, tutti ispirati agli omonimi romanzi di Stieg Larsson. Sull’onda del successo, Nyqvist viene chiamato a recitare in grosse produzioni hollywoodiane, come Mission: Impossible – Protocollo fantasma. Nel 2011 fa la parte del potente sicario russo Nikola Kozlov in Abduction – Riprenditi la tua vita.

Curt Lowens (n. 1925) Nato Curt Löwenstein, dovette affrontare la difficile prova delle persecuzioni antisemite. Dopo la notte dei cristalli nel 1938, lasciò la Germania per cercar rifugio in Olanda. Nonostante che Curt e la madre fossero a un certo punto nel giugno 1943 anche arrestati e trattenuti per un breve periodo al campo di concentramento di Westerbork, riuscirono ad evitare la deportazione con l’aiuto della resistenza olandese. Nel 1947 si trasferì negli Stati Uniti, dove intraprese la carriera di attore con il nome di Curt Lowens. A partire dal 1960 Curt Lowens ha recitato in più di 100 film. Ha partecipato, tra l’altro, a La battaglia dei giganti, La ciociara, Il processo di Verona, Il sipario strappato, Tobruk, Hinderburg, La pazza storia del mondo, Firefox.

Om Puri (n. 1950) Puri iniziò a recitare alla fine degli anni Settanta e divenne uno dei più famosi attori dell’India, dove si è sviluppato Bollywood, uno dei più grandi centri di produzione cinematografica al mondo. Puri ha anche recitato in alcuni film britannici e statunitensi. Si fece notare in Gandhi di Richard Attenborough e uno dei suoi film più apprezzati è La città della gioia, del 1992. Più di recente ha recitato in Il fondamentalista riluttante, East is east e Amore, cucina e curry. È morto per un infarto.

Claude Rich (n. 1929) Faceva parte di quella che è stata ribattezzata la ‘bande du conservatoire’, un gruppo di attori e amici tra cui Jean-Paul Belmondo, Jean Rochefort, Bruno Cremer. Nella sua lunga carriera, ha recitato in una cinquantina di pièce di teatro e quasi 80 film. Particolare successo riscosse il suo ruolo di Talleyrand in Le Souper (A cena col diavolo) di Eduard Molinaro, per cui vinse il César nel 1993. In Italia ha lavorato, tra l’altro, con Ettore Scola in Concorrenza sleale del 2001. Ha recitato con Truffaut (La sposa in nero), Alain Resnais (Anatomia di un suicidio e Stavisky), Renè Clement (Parigi brucia?).

Roger Moore (n. 1927) Dopo Ivanhoe (1958), è la serie Il Santo, dove interpreta il ladro gentiluomo Simon Templar, a renderlo famoso. La carriera televisiva si arricchisce di un ulteriore successo grazie alla serie Attenti a quei due, al fianco di Tony Curtis. Nello stesso anno eredita il ruolo di James Bond. L’esordio di Moore in Agente 007 – Vivi e lascia morire riscuote un successo strepitoso sia di critica sia di incassi. Interpreta altre 4 pellicole della saga, Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro, La spia che mi amava, Moonraker – Operazione spazio, Solo per i tuoi occhi, ma comincia a essere stanco del personaggio. Tuttavia viene convinto dai produttori a tornare nei panni di Bond anche nel successivo Octopussy – Operazione piovra (1983), a causa della contemporanea uscita di Mai dire mai, dove nel ruolo di 007 torna Sean Connery. L’ultimo Bond di Moore fu in 007 – Bersaglio mobile (1985) criticato dallo stesso attore per la violenz. Con il successo nei panni di James Bond, diviene l’eroe di molti altri film d’avventura, come Gold – Il segno del potere, Gli esecutori, Ci rivedremo all’inferno, Sherlock Holmes a New York, I 4 dell’Oca selvaggia, Amici e nemici e L’oca selvaggia colpisce ancora. Grazie al suo humor, si distingue anche in commedie come I seduttori della domenica, La corsa più pazza d’America, Pantera Rosa – Il mistero Clouseau e Boat Trip, dopo il quale deciderà di abbandonare le scene. Dal 1990 è Ambasciatore Umanitario per conto dell’Unicef. Nel 2013 partecipa al tv-movie The Saint, remake della serie.

Tomas Milian (n. 1933) dopo un anno di frequenza dell’Actors Studio di New York, ha esordito nel 1959 a New York. Trasferitosi in Italia, ha iniziato una carriera cinematografica non priva di concessioni al facile mestiere: L’imprevisto (1961); Giorno per giorno disperatamente (1961); La banda Casaroli (1962); Gli indifferenti (1964); La resa dei conti (1967); Vamos a matar, compañeros (1970); The last movie (1971). Negli anni Settanta è diventato famoso con il personaggio del poliziotto Nico Giraldi, dall’abbigliamento bizzarro e dal linguaggio sboccato che è stato protagonista di numerosi film, a partire da Squadra antiscippo (1976). Ha interpretato inoltre: La luna (1979); Identificazione di una donna (1982); Havana (1990); JFK (1992); The cowboy way (1994); Amistad (1997); The yards (2000); Traffic (2000); Ambush (2001); The lost city (2005); Roma nuda (2013); ha inoltre svolto, più irregolarmente, attività teatrale e televisiva. Insignito nel 2014 del Marc’Aurelio alla carriera del Festival internazionale del film di Roma, nello stesso anno ha pubblicato il testo autobiografico Monnezza amore mio. La sua ultima interpretazione è stata quella nella pellicola western Keoma rises (2017) per la regia di E.G. Castellari.

John Hurt (n. 1940) Dopo aver studiato recitazione alla Royal Academy of Dramatic Art, durante la sua lunga carriera oltre ad aver recitato per il grande schermo e per il teatro in opere shakespeariane ha anche partecipato a diverse serie televisive. Carismatico, duttile e grazie alle sue doti istrioniche è stato in grado di recitare ruoli sempre diversi. Ha esordito nel 1966 in A man for all seasons, e da allora ha vinto quattro BAFTA Awards, il Golden Globe per il film culto Midnight Express (Fuga di mezzanotte, 1978) e ha ricevuto due nomination agli Oscar, una ancora per Midnight Express e l’altra per la sua magistrale interpretazione in The Elephant Man (1980). Altri celebri ruoli interpretati sono quelli in Alien (1979), Orwell 1984 (Nineteen Eighty-Four, 1984), V for Vendetta (2005), Indiana Jones and the kingdom of the crystal skull (2008) e quello di Garrick Olivander, il costruttore di bacchette magiche, nella saga di Harry Potter.

Jean Rochefort (n. 1930) Considerato uno degli interpreti più popolari del cinema francese, attore versatile che riusciva con disinvoltura a recitare sia in film drammatici che brillanti, ha studiato presso il Centre d’Art Dramatique de la rue Blanche e il Conservatoire national supérieur d’art dramatique e ha iniziato la sua carriera a teatro. Passato al cinema dove ha lavorato per tutta la vita partecipando a più di centocinquanta film, dopo parti minori, con i film della saga di successo Angelica degli anni Sessanta e con il ruolo di rilievo in Les Feux de la chandeleur (La divorziata) del 1972 ha raggiunto il successo. Nel 1976 ha vinto il premio César come miglior attore non protagonista per Que la fête commence…(1975), nel 1978 come miglior attore protagonista per Le Crabe-Tambour (L’uomo del fiume, 1977) e nel 1999 quello alla carriera. Tra i film successivi si ricordano: Le mari de la coiffeuse (1990), Ridicule (1996), Le placard (L’apparenza inganna, 2001), L’homme du train (2002), Floride (2015).

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