Underworld: Blood wars. Dei canini e dei latrati

Il nostro parere

Underworld Blood wars (2016) USA di Anna Foerster

Quinto, e si spera ultimo, capitolo della saga vampiresca riferita a Selene, draculina a tutto tondo, ma anche supereroe sgamato che sa far fuori mezzo mondo per proteggere la propria figlia, nata dal suo amore con un licantropo e, quindi, in possesso di un sangue particolarmente pregiato. La donna è ricercata sia dai vampiri che dai lupacchiotti, ora guidati dal terribile Marius. Selene è tradita ancora dalla sua razza poiché tra loro vi è la perfida Semira, complottista capace di usare Selene per diventare capo della sua casata. Selene deve di nuovo fuggire per raggiungere i vampiri del nord, albini, pacifici e dediti ad arti divinatorie capaci di aprire la mente della protagonista.

La trama è complicata perché non è poi così importante la logica, tanto meno è decisiva la riflessione dello spettatore che deve limitarsi a credere alle panzane create per intervallare i numerosi scontri all’arma bianca dove i cattivoni vengono di volta in volta squartati, ammazzati, dissolti, inceneriti ecc. Tra uno scontro acrobatico e l’altro, in mezzo a latrati e ruggiti, Selene riesce a ribattere i nemici, rivelandosi anche lei per una dei grandi saggi del suo popolo. L’episodio non aggiunge nulla alla serie di film che resta abbastanza anonima e piatta, routinaria e sfilacciata.

 

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