The last duel – Ultimo sangue

Il nostro parere

The last duel (2021) USA di Ridley Scott

La storia del duello tra Jean de Carrouges e Jacques Le Gris, due amici diventati rivali. Quando la moglie di Carrouges viene molestata da Le Gris, cosa che lui nega, lei non rimane in silenzio e lo accusa.

Ridley Scott dimostra come la storia può essere divertente eppure decostruita ai tempi nostri, pensando più al #metoo che non all’amore cavalleresco del medioevo. Lo fa su una sceneggiatura firmata da Damon e Affleck + Holofcener, che è stata stesa utilizzando l’artificio narrativo di Rashomon, cui il film è chiaramente un rimando ed un omaggio. Ci sono, infatti, diversi punti di vista come nel capolavoro di Kurosawa e anche qua c’è uno stupro al centro della vicenda. Rispetto al modello, qua la sceneggiatura è assai più semplice, giacchè i tre punti di vista divergono solo in parte nella descrizione di quanto avvenuto.

Entrambi i contendenti inizieranno con la storia, perché gli uomini sono le vittime dal punto di vista di tutti gli altri uomini coinvolti, e termineranno con quello della donna, oggetto del desiderio e oltraggiata fino in fondo non solo dallo stupratore ma anche dalla società e dallo stesso marito. Gli sceneggiatori e il regista tracciano con veemenza la solitudine della verità che racconta, la passione sussurrata con la quale cerca di farsi sentire tra il crepitio dell’acciaio e degli speroni.

Meno complesso di Rashōmon per quanto riguarda l’erroneità delle storie, The Last Duel si concentra sulla protagonista femminile come depositaria dell’ultima versione, forse la più vicina alla verità, nel testimoniare un tempo e i due uomini che ne sono protagonisti, che combinano anche versioni di personaggi dei tradizionali drammi di palazzo: l’eroico e bruto ma onorevole cavaliere, e l’arguto furbo che abusa del suo carisma.

Al di là dello splendore della produzione, i costumi di Janty Yates e le scene di Judy Farr, la storia è un eccellente dramma in costume che non smette mai di fantasticare sul tardo medioevo, sul complesso apprezzamento che uomini e donne hanno sugli stessi temi.

Basato sul romanzo di Eric Jager,  in cui si ricostruiva un fatto di cronaca realmente accaduto durante il regno del folle Carlo VI (Valois 1368 – 1422) in Francia, non è una storia d’amore, ma di tradimento e onore, ma l’onore per gli uomini è solo una scusa per interessi egoistici, mentre per le donne è una giornaliera sofferenza.

Il film è senza dubbio un’ode all’attualità e alla decostruzione dell’immaginario cavalleresco, forse anche alla rivittimizzazione delle vittime e alla verità che, più che analizzata, si gioca semplicemente in un torneo di forza, ma non di ingegno.

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