Pasolini. Versione USA

Il nostro parere

Pasolini (2014) ITA di Abel Ferrara

Ferrara gioca fuori casa, per la seconda volta in Italia. Parla di Pasolini, uno dei più importanti intellettuali della cultura italiana del dopoguerra, scrittore, poeta, polemista e anche regista. Il volto di Pasolini è quello di Willem Dafoe, per la terza volta in pochi anni scelto da Ferrara come protagonista. Il momento è il giorno della morte di Pasolini: gli ultimi incontri, l’ultima intervista, la tragica rissa che gli costerà la vita.

Messo così sembrerebbe un’opera completa. Invece, è confusa, fa rimpiangere Marco Tullio Giordana.

Il Pasolini di Defoe parla le sue parole, esprime i suoi concetti, ma resta un oggetto distante dal regista, dall’uomo (quasi irreale se non falso), incollato su immagini che convincono solo in parte, dal pubblico. La sua morte è derubricata a fatto di cronaca, manca ogni traccia di ciò che era la società prima della sua morte, della miseria di coloro che addebitarono l’omicidio alla sua “disordinata” vita sessuale, al tentativo di rimuovere il personaggio scomodo, capace di andare contro corrente, di affermare principi che altri avevano dimenticato.

E’ un film che manca di profondità, una cartolina tragica dell’Italia degli anni settanta, ma non ha anima, non ha complessità. Sarebbe stata un’occasione per riflettere, ma è un’occasione mancata.

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