L’uomo del labirinto – Incastri

Il nostro parere

L’uomo del labirinto (2019) ITA di Donato Carrisi

Una donna riesce a fuggire dall’uomo che, travestito da coniglio, quindici anni prima l’aveva rapita. Un medico e un investigatore privato si mettono sulle tracce del misterioso criminale.

Carrisi è alla seconda regia, utilizza i suoi libri come ispirazione e costruisce storie molto complesse in cui serial killer senza pietà massacrano giovani innocenti nei modi più orribili possibili. E’, insomma, un regista di genere che lavora nel genere utilizzando tutte le possibili varianti. Riesce nel suo intento grazie ad una fede incrollabile nelle sue storie dove supereroi (in negativo) machiavellici e personaggi tormentati (positivi) si affannano a risolvere il caso in mezzo a numerosi colpi di scena.

Le storie sono credibili? Assolutamente no. Il colpo finale che sovverte tutto quanto fatto intuire nel film ad un certo punto si palesa perchè il giochino è troppo evidente. Qual è? Sorprendere a tutti i costi lo spettatore. Non importano i salti logici, non importa l’impossibilità di quello che viene raccontato: l’importante è sorprendere. Non funziona così anche in Saw e tristi epigoni in cui si da per scontato un’organizzazione impeccabile che neanche la mafia riuscirebbe?

Carrisi però ha imparato bene la lezione e ci mostra il suo indubbio talento nella suggestività delle immagini, nella costruzione dei caratteri che hanno un forte impatto visivo e anche emozionale. Beninteso se ci si lascia avvolgere dalla trama senza porsi semplici domande che risolvono ogni mistero.

Incolore Dustin Hoffman.

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