Felicità

Il nostro parere

Felicità (2023) ITA di Micaela Ramazzotti


Quella di Desirè è una famiglia storta, composta da genitori egoisti e manipolatori, un mostro a due teste che divora ogni speranza di libertà dei propri figli. Lei è la sola che può salvare suo fratello Claudio dalla famiglia.


L’esordio della Ramazzotti apre su un personaggio ripetitivo rispetto a quanto già mostrato da lei. La prima reazione è di qualche fastidio quando la vediamo ripetere per l’ennesima volta il personaggio fragile, svagato, incerto nell’affrontare la vita, perennemente in movimento tra un uomo e l’altro, tra una disgrazia e l’altra.

Gradualmente, invece, si emancipa da questo fastidio per delineare i contorni di una tragedia sotto forma di commedia, grazie all’ottima interpretazione di Max Tortora che costruisce un personaggio ripugnante ed eccessivo nella sua vuota autoreferenzialità. Il quadro finale ci restituisce una famiglia devastata dall’egoismo dei genitori, dalla disfunzionalità dei rapporti  lasciati alla deriva, condizionati solo dall’assillo dei soldi, di una ricchezza agognata e mai raggiunta.

L’opera diventa un’allegoria dell’Italia in cui i genitori hanno sprecato, distrutto senza lasciare nulla alle nuove generazioni, se non i sensi di colpa e la cosapevolezza del disastro.

Qui sta il lavoro migliore della regista che sa delineare i rapporti familiari e sentimentali con un certa sensibilità.

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