Boyhood: idea geniale ma…..

Il nostro parere

Boyhood (2014) USA

Richard Linklater ha cercato di fermare il tempo attraverso un’idea originale e magnifica: riprendere per 12 anni gli stessi attori, costruendo un film su un bambino che diventa uomo. L’unicità sta proprio nel protagonista che non è interpretato da diversi attori, ma dallo stesso ragazzo, Ellar Coltrane, dall’infanzia fino alla soglia dei 20 anni. Due settimane l’anno per oltre 10 anni gli attori si sono concessi a Linklater immortalando sullo schermo una specie di ricerca proustiana anomala per il cinema. Impietosi i segni del tempo sugli attori quasi nudi davanti alla macchina da presa.

L’operazione è davvero geniale, meno il film che interessa soprattutto nell’ultima parte, mentre resta come cristallizzato nei primi anni. Forse il regista stava cercando una strada che poi si è definita e completata man mano le riprese procedevano, forse la parte che più lo coinvolgeva era la crescita interiore di Mason, cosa inevitabilmente più complessa negli anni dell’adolescenza. Insomma, il finale è molto bello, alcune scene sono particolari e toccanti, altre lasciano come sospesi. Due ore e 46 minuti di film sono decisamente troppi anche se comprensibili vista la natura dell’opera.

Senza dubbio l’Oscar doveva spettare a Linklater per l’aspetto concettuale, fino ad ora approfondito da documentari, ma non per l’aspetto filmico in cui l’opera non eccelle e fatica ad entusiasmare. Coltrane appare molto bravo, con un volto espressivo e convincente (bravissimo il casting che ha saputo intuire queste potenzialità quando ha scelto il bambino), ma il suo ruolo è fin troppo facile.

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