10 attori americani morti nel 2017

Adam West (n. 1928) William West Anderson era nato a Walla Walla, Washington. Alla fine del servizio militare l’approdo a Hollywood. Cambia il nome in Adam West e inizia a lavorare nelle serie tv: Bonanza, Perry Mason a Bewitched. Nel 1966 Batman debutta sulla Abc, West è il protagonista e Burt Ward interpreta Robin. Il telefilm fu un successo, grazie allo stile ironico, camp. Scazzottate a tempo di musica, le scritte onomatopeiche a mo’ di fumetto, il tema musicale: questi gli elementi che contribuirono a rendere un cult la serie che si rivolgeva soprattutto a un pubblico di giovani. West aveva debuttato in I segreti di Filadelphia, diretto da Vincent Sherman. Aveva lavorato anche in SOS Naufragio nello spazio (1964) di Byron Haskin e nell’italiano I 4 inesorabili (1965) di Primo Zeglio. Il successo arriva nel ’66, con la serie tv che viene candidata a un Emmy come migliore serie comica. La serie venne cancellata nel 1968 per bassi ascolti. Da quel momento fatica a trovare nuovi ruoli e per vivere partecipa a fiere e festival negli abiti di Batman. Il successo si riaffaccia anni dopo, quando l’attore presta la voce a se stesso nella serie tv animata I Griffin.

Don Rickles (n. 1926) Dopo essersi diplomato, servì la marina statunitense nella seconda guerra mondiale. Divenne noto come “comico degli insulti”, imparando a rispondere sarcasticamente al pubblico. Mentre lavorava a Miami, incontrò Frank Sinatra, cui piacque così tanto da farlo diventare un attore di prima categoria a Las Vegas. Rickles si guadagnò i soprannomi di “mercante di Veleno” e “Mr. Warmth” per il suo tipo di commedia basata sull’insulto. Nel 1958, esordì al cinema con Mare caldo. Lungo gli anni sessanta apparve frequentemente in televisione in sit-com e soap opera. Divenne un ospite frequente e partecipò più di 100 volte come ospite speciale al Tonight Show. Nel 1970 Rickles recitò nel ruolo del sergente “Crapgame” (Rubamazzo nella versione italiana) in I guerrieri, di Brian G. Hutton. Nel 1972, riaprì il Don Rickles Show sotto forma di sitcom. Nel 1976, iniziò a recitare nella sitcom C.P.O. Sharkey, in cui rimase per due stagioni. Nel 1992 partecipò ad Amore all’ultimo morso, di John Landis. Nel 1995, ritornò al cinema con due campioni d’incassi: Casinò, di Martin Scorsese e con Robert De Niro, e Toy Story, in cui doppiò Mr. Potato. Riprese quel ruolo anche in Toy Story 2 e in Toy Story 3 – La grande fuga.

John Heard (n. 1945) È stato sposato dal 1979 al 1980 con l’attrice Margot Kidder. Ha avuto un figlio con l’attrice Melissa Leo. Caratterista conosciuto al grande pubblico soprattutto per la parte di Peter McCallister, padre del protagonista Kevin nel dittico di successo Mamma, ho perso l’aereo e Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York, Heard è attivo sul piccolo e grande schermo fin dalla metà degli anni settanta: è stato diretto in Fuori orario (1985), Big (1988) e Risvegli (1990) di Penny Marshall, oltre che in Milagro, Betrayed e Pollock. Ha avuto ruoli importanti nelle serie televisive I Soprano (dove interpreta l’investigatore Vin Makazian), Prison Break e CSI: Miami. Il 21 luglio è stato trovato morto a Palo Alto per un attacco cardiaco.

Powers Boothe (n. 1948) Nato nel 1948 in Texas, Powers Boothe è stato uno degli attori più famosi del teatro, della televisione e del cinema americani.  Vanta degli antenati tra i Nativi Americani. Il suo primo ruolo in un film fu in Goodbye amore mio! nel 1977. Successivamente ha avuto una forte presenza in alcuni film degli anni ottanta, ma il successo più grande l’ha ottenuto in televisione. Ha vinto un Emmy Award come miglior attore per la sua performance nel film TV La tragedia della Guyana (1980). Altro ruolo famoso è quello del senatore Rourke in Sin City (2005) e nel sequel Sin City – Una donna per cui uccidere (2014). Dal 2012 al 2014 è stato uno dei protagonisti della serie TV Nashville.  Da non dimenticare anche Con Air, The avengers, Tombstone.

Richard Anderson (n. 1926) Richard Anderson nacque a Long Branch, nella Contea di Monmouth, nella parte centrale del New Jersey, figlio di Olga Lurie e Harry Anderson, e svolse il servizio militare nell’United States Army. È famoso in Italia per aver interpretato il capo dell’OSI (Office of Scientific Intelligence), l’agenzia dove lavora Steve Austin (Lee Majors), nel telefilm L’uomo da sei milioni di dollari. Anderson interpretò il medesimo ruolo anche nel successivo spin off La donna bionica.  Da ricordare anche la partecipazione di Anderson alla serie Zorro. Richard Anderson lavorò anche per il grande schermo. Tra le sue partecipazioni cinematografiche, da ricordare quella in Il pianeta proibito (1956), classico della fantascienza anni cinquanta, a Orizzonti di gloria (1957), diretto da Kubrick e Sette giorni a maggio (1964) di Frankenheimer.

Miguel Ferrer (n. 1955) Figlio primogenito dell’attore José Ferrer, era cugino di George Clooney. Inizia la sua carriera in telefilm come Magnum P.I. e CHiPs. Nel 1984 ottiene una parte in Star Trek III: Alla ricerca di Spock mentre nel 1987 gira RoboCop. Nel 1990 acquista popolarità grazie al ruolo dell’agente dell’FBI Albert Rosenfield ne I segreti di Twin Peaks, ruolo che ricopre anche in Fuoco cammina con me di David Lynch. Negli anni seguenti ha partecipato al film Nome in codice: Nina, ad una miniserie tv tratta da L’ombra dello scorpione ed è stato guest star in E.R. – Medici in prima linea e Will & Grace, inoltre ha prestato la sua voce per il film Disney Mulan. Nel 2000 ha recitato in Traffic, mentre nel 2004 è apparso in The Manchurian Candidate, ma Ferrer è noto soprattutto per il ruolo del Dr. Garrett Macy in Crossing Jordan. Recentemente è apparso in Bionic Woman ed è uno dei protagonisti della serie televisiva NCIS Los Angeles. Muore il 19 gennaio, tre settimane prima di compiere 62 anni per un cancro alla gola.

Harry Dean Stanton (n. 1926) Si dedicò al cinema, apparendo sia in film indipendenti e cult (Strada a doppia corsia, Cockfighter, 1997: fuga da New York e Repo Man – Il recuperatore) che in produzioni hollywoodiane (Nick mano fredda, Il padrino – Parte II, Alien, Alba rossa, Bella in rosa e Il miglio verde). Il suo ruolo da protagonista più noto è quello in Paris, Texas di Wim Wenders, che inizialmente doveva essere assegnato a Sam Shepard. È stato uno degli attori-feticcio di Sam Peckinpah, John Milius, David Lynch e Monte Hellman, oltre che amico stretto di Francis Ford Coppola. Stanton fu molto apprezzato dal critico cinematografico Roger Ebert, che di lui ha detto «nessun film con Harry Dean Stanton o M. Emmet Walsh sarà mai un fiasco», pur ammettendo poco dopo però che Un piccolo sogno con Stanton è l’ «eccezione che conferma la regola». Ha lavorato molto per il piccolo schermo: dal 2006 al 2010 ha infatti partecipato alla serie televisiva Big Love.

Bill Paxton (n. 1955) Il suo debutto come attore avviene nel 1975, nel film Crazy Mama di Jonathan Demme. Scrive, dirige e produce dei cortometraggi. Nel 1984 recita in Strade di fuoco e ottiene un piccolo ruolo in Terminator di James Cameron, con il quale lavora anche in Aliens – Scontro finale del 1986. Nel 1985 recita nella commedia La donna esplosiva con Robert Downey Jr., in Commando con Arnold Schwarzenegger e in Predator 2. Interpreta i panni del vampiro Severen nella pellicola di culto del 1987 Il buio si avvicina diretta da Kathryn Bigelow. La consacrazione arriva nel 1991 con il film Qualcuno sta per morire. In seguito recita in Boxing Helena e Tombstone, entrambi usciti nel 1993. Inizia per l’attore una serie fortunata di pellicole come True Lies, Una cena quasi perfetta, fino all’interpretazione in Apollo 13; successivamente lavora in Conflitti del cuore con Shirley MacLaine e Jack Nicholson, Twister fino al pluripremiato Titanic. Nel 2000 lavora in U-571 e in Vertical Limit, mentre nel 2001 debutta alla regia con il film Frailty – Nessuno è al sicuro. Dopo aver preso parte ai film Spy Kids 2 – L’isola dei sogni perduti e Missione 3D – Game Over, dirige il suo secondo lungometraggio, intitolato Il più bel gioco della mia vita nel 2006. Dal 2006 al 2011 è protagonista della serie tv Big Love, nel ruolo di un poligamo con tre mogli e sette figli. Muore il 25 febbraio a causa di un ictus sopravvenuto dopo un’operazione per un aneurisma dell’aorta.

Martin Landau (n. 1928) A 17 anni iniziò a lavorare per il New York Daily News, dove rimase 5 anni come fumettista e illustratore. Il sogno del giovane Landau era tuttavia quello di diventare attore: nel 1951, a 23 anni, esordì con Detective Story in un teatro del Maine. Nel 1955, assieme ad altri 2.000 partecipanti, si presentò all’audizione per entrare all’Actors Studio, prestigiosa scuola di recitazione fondata e diretta da Lee Strasberg: solo lui e Steve McQueen furono ammessi. Una delle sue prime apparizioni cinematografiche fu in Intrigo internazionale (1959), di Alfred Hitchcock. Nel 1957 sposò l’attrice Barbara Bain, con la quale lavorò nel telefilm Missione Impossibile (Mission: Impossible) (dal 1966 al 1969), serie che lo rese noto. Sempre con la moglie, interpretò la serie televisiva di fantascienza Spazio 1999 (dal 1974 al 1977), anche questa con grande successo. Dopo un lungo periodo di ruoli minori, la carriera di Landau ebbe una svolta: nel 1988 recitò a fianco di Jeff Bridges in Tucker – Un uomo e il suo sogno di Francis Ford Coppola. L’interpretazione gli procurò la nomination agli Oscar e gli fece vincere un Golden Globe. L’anno successivo recitò in Crimini e misfatti (1989) con Woody Allen. L’Oscar al miglior attore non protagonista giunse nel 1995, premiando la sua interpretazione di un anziano e sofferente Bela Lugosi in Ed Wood (1994), di Tim Burton.

Jerry Lewis (n. 1926) Figlio di artisti di varietà, interruppe gli studi e si dedicò a spettacoli comici itineranti in cui imitava famosi cantanti. A diciotto anni incontrò il cantante-attore Dean Martin, con cui formò una coppia di grande successo. Insieme a Martin divenne una star della televisione. Lewis univa una grande abilità nell’uso della slapstick (il suo corpo si contorceva e si adattava a ogni tipo di sollecitazione, con risultati visivi straordinari) a testi surreali e graffianti, e in poco tempo divenne talmente famoso da essere protagonista non soltanto di show comici, ma anche di talk shows. La scelta di iniziare una carriera solitaria, sciolto il sodalizio con Dean Martin, coincise con il suo miglior periodo, qualificandosi come uno dei maestri del genere comico di quel periodo. Gli anni Settanta videro la progressiva scomparsa dal mondo dello spettacolo.  Il suo esordio nel cinema avvenne nel 1949, sempre al fianco di Dean Martin, con La mia amica Irma di George Marshall. Tuttavia fu solo nel 1955 che incontrò un regista in grado di valorizzare pienamente le sue potenzialità in un film, ossia Frank Tashlin che lo diresse in Artisti e modelle. Tra i film di cui è regista e interprete si ricordano Il ragazzo tuttofare (1960); L’idolo delle donne (1961); Il mattatore di Hollywood (1962). Il suo capolavoro rimane The nutty professor che affrontò interpretando due personaggi opposti: un timido e brutto professore e il suo alter ego sexy, latino e ignorante nel quale risulta abbastanza evidente la presa in giro del suo partner di un tempo, Dean Martin. Seguirono poi: Jerry 8 ¾ (1964); I 7 magnifici Jerry (1965), in cui interpreta ben sette ruoli; Three on a couch (1966), commedia che mette alla berlina l’ossessione tipicamente americana della psicoanalisi; Il ciarlatano (1967). Dopo una notevole interpretazione in Re per una notte (1983) di Scorsese, è tornato a dirigere sé stesso in Qua la mano Picchiatello (1983). Nel 2013 è tornato alla ribalta per la sua interpretazione nel film drammatico Max Rose, presentato nello stesso anno al Festival di Cannes.

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