Il segreto di una famiglia – Il passato ritorna

Il nostro parere

Il segreto di una famiglia (2018) ARG di Pablo Trapero

In seguito alla dipartita del padre, Eugenia torna alla tenuta di famiglia nei dintorni di Buenos Aires dove, con la madre e la sorella, affronta traumi e rancori sopiti da lungo tempo.
La hacienda in cui abitano le due sorelle si chiama La Quiete ed è anche il titolo originale del film. La Quiete però è il frutto di un atto ignobile e simbolicamente esprime la copertina virtuosa che copre segreti, peccati e rimorsi che bruciano sotto sotto, fino ad esplodere nel catartico finale.

Attorno ai tre personaggi femminili ( le due sorelle Eugenia e Mia, nonchè la matriarca Graciela) si muove un mondo maschile sostanzialmente inutile, pavido. Loro tre si fronteggiano, invece, mostrando che sotto la tranquillità si nasconde un magma terribile. Graciela ha costruito  la vita sulla menzogna e l’apparenza lasciando sole le due figlie, legate tra loro da un legame che sfiora l’incesto. hanno un rapporto contrastato e si tradiscono reciprocamente.
Tutto ruota intorno al padre in coma, alla sua  morte che accelera la disgregazione del tessuto familiare, precipitando la situazione al punto tale che non si possono più nascondere i segreti che eruttano distruggendo la presunta normalità.
Trapero parla ancora della famiglia e delle perversioni che essa ospita, autentica metafora per lui della sua nazione che sconta ancora il peccato della dittatura, la vergogna dei desaparecidos. Alterna pezzi di bravura e virtuosismi (un bellissimo piano  sequenza al cimitero) ad incongruenze e forzature nella narrazione. Il film, per quanto disomogeneo, svela Martina Gusman come attrice di spessore.

 

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