I segreti di Wind River – Il lutto elaborato

Il nostro parere

I segreti di Wind River (2017) USA di Taylor Sheridan

Una guardia forestale trova il corpo di una ragazza nei boschi di una riserva indiana. L’autopsia rivela che è stata stuprata e una agente dell’FBI viene inviata a indagare collaborando con l’uomo anch’egli segnato da un terribile lutto.

Lo scenario invernale è spesso talmente suggestivo da giocare un ruolo essenziale nel fascino di un film. E’ stato così per Insomnia e Fargo (tanto per citarne due), ma è importante anche in quest’opera di Sheridan, giustamente premiato per l’acume dell’analisi. L’unire poi le montagne innevate, il gelo intenso ad una storia di morte e di amore con protagonisti i nativi americani, aggiunge interesse ad un giallo abbastanza convenzionale, ma girato con ottima tecnica ed efficacia.

Il regista apre ai grandi spazi, ponendo i protagonisti al confronto di una natura matrigna ma sempre giusta. I veri nodi stanno negli uomini, nella sofferenza del lutto e nell’impossibilità di comunicare. Wind River è un buon prodotto sia per la costruzione narrativa, sia per l’ottima interpretazione del cast, in modo particolare di Renner e della Olsen. Quest’ultima, lasciati i panni dei Marvel, ritorna ad un film minimale in cui far risaltare le sue indubbie capacità recitative che non mostrava così riccamente da Il viaggio di Martha.

Piacciono in quest’opera i grandi silenzi, la capacità introspettiva, i momenti di incomunicabilità tra culture che vengono elaborati dentro un dolore sordo e impossibile da esprimere, se non attraverso piccoli gesti, abbracci che non sanno spiegare ma tentano di consolare.

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