Atomica bionda. Intrecci

Il nostro parere

Atomica bionda (2017) USA di David Leitch

1989. Lorraine Broughton, agente dell’MI6 britannico, con lividi ed ecchimosi evidenti, viene interrogata dal suo diretto superiore e da un rappresentante della CIA a proposito della sua recente missione in una Berlino ante caduta del Muro. Un agente sotto copertura era stato assassinato e gli era stata sottratta una lista contenente i nomi e i compiti di tutti gli agenti occidentali in azione. A Lorraine era stato affidato il compito di scoprire in quali mani era finita e di recuperarla prima che quanto in essa contenuto desse il via alla terza guerra mondiale.
 Il ritmo è discreto con la presenza fisica della Theron in un ruolo molto maschile per impostazione e fisicità. Le coreografie d’azione complesse e tecniche sono un plus dell’opera di Leitch che cerca di ricostruire l’epoca del crollo del muro di Berlino. La matassa fin troppo intricata delle vicende narrate, i continui colpi di scena che dovrebbero spiazzare lo spettatore si involvono in un meccanismo didascalico e forzato, svuotando di tensione gli avvenimenti, riportati alla dimensione del fumetto da cui è tratto il film.
Queste spie che sanno fare tutto, veloci come il fulmine, dotate di un radar che consente loro di massacrare decine di persone grazie ad una vista più che periferica e perfetta, stanno inflazionando il mercato.

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