Oscar alla carriera a Piero Tosi: il genio dei costumi

Piero Tosi è stato scelto dal “Consiglio dei Governatori” della Academy of Motion Picture Arts and Sciences – l’organizzazione americana che attribuisce i premi Oscar per il cinema – per ricevere uno degli “Honorary Awards” di quest’anno, quelli che sono comunemente generalizzati come “Oscar alla carriera” e che vengono consegnati per “contributo eccezionale al cinema” in una speciale cerimonia a Novembre.

Piero Tosi ha 86 anni, è fiorentino, ed è stato nominato per un premio Oscar cinque volte senza vincere mai. Ha lavorato molto con Visconti, ma anche con tanti altri grandissimi registi del cinema italiano: tra i tanti film per cui ha creato i costumi ci sono Bellissima, Senso, Rocco e i suoi fratelli, Le notti bianche, Il portiere di notte. Il rapporto con Visconti è stato, però, fondamentale per la sua carriera. Con lui Tosi ha raggiunto vette straordinarie, regalandoci costumi che segnano la storia del cinema. Gli Oscar lo riconoscono, indicandolo come un caposaldo della sua professione.

10. Ieri, oggi e domani (1963) di Vittorio De Sica. Il personaggio della Loren è “santificato” attraverso l’uso di abiti e veli per restituirne bellezza, vitalità, carnalità.

9. Il giornalino di Gian Burrasca (1965) di Lina Wertmuller. Si tratta di una fiction TV, ma che cura e che dettagli nella costruzione degli abiti d’epoca!

8. Medea (1969) di Pier Paolo Pasolini. Maria Callas è meravigliosamente fasciata dai suoi abiti che resteranno nella storia.

8. Il malato immaginario (1979) di Alberto Sordi. La commedia è molto piacevole, ma da gustare sono le scenografie ed i costumi: impeccabili, magistrali per accompagnare i personaggi.

7. La Traviata (1983) di Franco Zeffirelli. Tosi ha conosciuto il melodramma grazie a Visconti, ma ha fatto suo quel mondo rendendolo affascinante e glamour.

6. Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani. Le bretelle di Charlotte Rampling sono un’icona. Bisogna aggiungere altro?

5. La caduta degli dei (1969) di Luchino Visconti. Decadenza e orrore sono carnalmente uniti ad ogni elemento della scena. Inutile dire che i costumi sono parte essenziale per restituire l’immagine della corruzione e della distruzione.

4. Senso (1954) di Luchino Visconti. Virna Lisi non è mai stata così bella come negli abiti di Tosi, Farley Granger è abbagliante nelle candide divise bianche.

3. Morte a Venezia (1971) di Luchino Visconti. Il regista e Tosi hanno dato ad Aschenbach un tocco di grandezza e di languidità disperata.

2. Il gattopardo (1963) di Luchino Visconti. La leggenda del ballo resterà per sempre come esempio di perfezione formale. Ogni costume è stato curato fin nei minimi dettagli. Quando il cinema italiano è stato così grande?

1. Ludwig (1972) di Luchino Visconti. Il ritratto del principe Wittelsbach non sarebbe stato così emozionante se non fosse stato vestito da Tosi. Helmut Berger è così disperatamente bello.

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1 Response

  1. rosanna andreoni scrive:

    grande maestro! sapienza e sensibilita’ nel costruire costumi che non vestono ma vivono dell’anima del personaggio che li indossa.finalmente!!!!!!!!!!!!

     

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