Monolith. Macchina contro

Il nostro parere

Monolith (2016) ITA di Ivan Silvestrini

Una macchina modernissima in mano ad una donna sull’orlo di una crisi di nervi per il tradimento del marito. Arrivata in mezzo al deserto, la donna pensa bene di scendere lasciando al bambino piccolissimo lo smartphone con cui controlla i sistemi di chiusura della vettura. Così si ritrova sotto un sole cocente mentre il bambino, troppo piccolo ed ignaro, non riesce ad aprire più le portiere. Ovviamente non manca il lupo cattivo che cerca di morderla, il caldo estremo che rischia di far morire il bambino e l’idea folle di gettare Monolith da un burrone per riuscire a forzare l’apertura.

L’idea prende molto da Cujo di King, variando gli elementi ma mantenendo una struttura narrativa molto simile. La produzione (c’è Sky e la Sergio Bonelli editore) e il regista sono italiani, entrambi  coraggiosi per la rottura delle tradizioni, cercando un linguaggio più internazionale sia nei contenuti che nella forma. Di italiano però resta poco sia nell’ambientazione che negli interpreti, tutti americani. Se l’incipit poteva essere interessante, tutto si riduce ad una serie di sciocchezze compiute dalla madre e da una conclusione assai discutibile e poco credibile. Ambizioso ma poca roba anche al botteghino dove i risultati sono stati pessimi.

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