La terra dell’abbastanza (2018) ITA di Fabio e Damiano D’Innocenzo
Mirko e Manolo, bravi ragazzi di borgata, nottetempo investono un uomo e scappano: “fortuna” vuole, era il pentito, alias l’infame, pronto a inchiodare alle proprie responsabilità il clan di zona, sicché prima Manolo, spinto dal padre, e poi anche Mirko entrano nelle grazie del boss.
Una fotografia patinata che fa risaltare la bruttezza poetica della periferia, una macchina da presa che sta costantemente sui volti degli attori per coglierne ogni aspetto, una impostazione alla Gomorra (il film, non la serie) per descrivere la deprivazione e la corruzione sociale: questi sono gli aspetti portanti del film dei fratelli D’Innocenzo.
In effetti nulla è fatto male in quest’opera, ma tutto sembra invariabilmente uguale nella discesa agli inferi dei due ragazzi, condannati anzitempo e chiaramente dal destino al punto che non c’è curiosità e interesse per ciò che deve avvenire talmente è chiaro lo svolgimento. Inoltre, i personaggi sono ormai stereotipi così come molti dialoghi appaiono inevitabili, tanto sono prevedibili.